A Denver si vota per depenalizzare i funghi allucinogeni
Mentre in alcuni stati Usa si finisce ancora in cella per semplice possesso di marijuana, il Colorado prosegue lungo la strada della legalizzazione e, dopo essere diventato il primo Stato americano a depenalizzare la marijuana per ogni suo uso, compreso quello ricreativo, si prepara ora a fare altrettanto anche con i funghi allucinogeni. Questa volta non si tratta di una proposta legislativa ma di un referendum indetto da alcuni gruppi nella capitale Denver. Martedì infatti i cittadini della metropoli statunitense saranno chiamati ad esprimersi su due quesiti tra cui appunto la proposta che ha come obiettivo depenalizzare l'uso di funghi alucinogeni.
Il testo dell'ordinanza cerca di "depotenziare, nella massima misura possibile" le sanzioni penali imposte dalla città di Denver "per l'uso personale e il possesso personale dei funghi contenenti psilocibina, una sostanza che esercita effetti sul sistema nervoso centrale inducendo esperienze psichedeliche. Come spiega la Cnn, nel dettaglio la proposta cerca di "depotenziare, nella massima misura possibile" le sanzioni penali imposte dalla città di Denver "per l'uso personale e il possesso personale dei funghi psilocibinici". In pratica, essendo i fungi allucinogeni vietati per legge, l'iniziativa non si propone di eliminarli dalla lista delle sostanze vietate ma di abolire le sanzioni attraverso un espediente: vietando all'amministrazione locale di spendere risorse per imporre sanzioni penali a coloro che ne fanno uso.
L'iniziata, rivolta esclusivamente a chi ne fa uso in ambito privato e personale e ha almeno 21 anni, ovviamente è stata accolta con plauso dalle organizzazioni per la liberalizzazione della marijuana mentre per altri sarebbe controproducente perché "farebbe diventare Denver la capitale della droga libera". "Gli uomini hanno usato questi funghi per migliaia di anni per guarigioni, riti di passaggio, cerimonie spirituali, il rafforzamento della comunità e la presa di coscienza" spiegano i promotori del referendum, aggiungendo che "l'arresto è una pena troppo severa per qualcosa con rischi così bassi e gestibili per la maggior parte delle persone, in relazione ai suoi potenziali benefici".