A Cop28 la proposta di triplicare la produzione di energia nucleare, firmano anche Francia e Usa
Circa venti Stati hanno firmato una dichiarazione congiunta alla Cop28, la conferenza sul clima che si svolge in questi giorni a Dubai, per chiedere che tra gli obiettivi mondiali per l'energia ci sia quello di triplicare la capacità di produzione di energia nucleare entro il 2050, rispetto al 2020. Tra i Paesi coinvolti ci sono gli Stati Uniti, la Francia e gli Emirati Arabi Uniti.
Cop28 è la conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici, che si tiene tutti gli anni ed è arrivata alla ventottesima edizione. I leader mondiali si riuniscono per discutere della crisi climatica e delle possibili soluzioni per affrontarla: ad esempio, in questi giorni è stata confermata la nascita di un fondo per i danni causati dai cambiamenti climatici ai Paesi più poveri, che subiscono le conseguenze più gravi. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è intervenuto in apertura invitando i capi di Stato e di governo presenti a "prevenire lo schianto planetario e l'incendio".
L'aspetto più complicato, però, è trovare soluzioni condivise che mettano d'accordo tutti i Paesi presenti. Come detto, l'accordo sul nucleare è stato firmato da Stati Uniti, Francia ed Emirati Arabi Uniti, tra gli altri. All'annuncio, fatto dall'inviato Usa per il clima John Kerry, erano presenti anche il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro belga Alexandre de Croo. Lo scopo sarebbe di arrivare al 2050 con la capacità a livello mondiale di produrre il triplo dell'energia nucleare rispetto ai livelli del 2020, riducendo la dipendenza da carbone e gas. Ma due tra i principali Paesi che costruiscono centrali nucleari, ovvero Cina e Russia, al momento non risultano tra i firmatari dell'accordo.
Il direttore generale dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi ha commentato positivamente la proposta parlando a France Press, dicendo che è la dimostrazione che il mondo sta superando il "tabù" attorno all'energia nucleare che era nato anche a causa di disastri come quello di Chernobyl, nel 1986. Per Grossi è necessario che aumentino i finanziamenti mondiali rivolti al settore dell'energia atomica, perché questo permetterebbe di limitare il surriscaldamento globale e abbassare le emissioni inquinanti. Rifiutarlo, ha detto, sarebbe "un errore", aggiungendo che alcune banche non finanziano progetti con il nucleare per principio: "Esistono disposizioni statutarie, a volte anche in alcune istituzioni di credito internazionali, che escludono il nucleare. Credo che ciò sia totalmente obsoleto e che non corrisponda ad alcun criterio scientifico o tecnologico. Si tratta piuttosto, penso, di cose del passato". Un caso è quello della Banca mondiale, che non finanzia progetti simili già dal 1959.