A chi dobbiamo credere sui conteggi di morti e feriti nella guerra tra Russia e Ucraina
Migliaia di morti russi. Anzi, migliaia di morti ucraini. Numeri e cifre che sembrano quasi sparate a caso e intanto le tragiche conseguenze umanitarie non fanno che crescere giorno dopo giorno. Nel conflitto tra Ucraina e Russia è molto difficile tenere il conto delle vittime, è molto difficile riuscire a ottenere una stima che non possa essere viziata, tirata per la giacchetta da un lato o dall'altro. Entrambe le fazioni affermano di aver ucciso migliaia tra gli avversari, contando tra le proprie fila lo stesso numero di morti tra civili e militari. Ma a chi dobbiamo davvero credere? È giusto restare scettici su questi numeri?
L'informazione fa parte della strategia. Un maggiore numero di perdite aiuta a creare consenso nell'opinione pubblica, per questo motivo la disinformazione gioca un ruolo chiave in questa guerra. L'Ucraina, che ha già incassato il sostegno del mondo e dell'Assemblea della Nazioni Unite che ha votato a larghissima maggioranza la risoluzione sulla condanna del conflitto, aumentando il numero di vittime crea maggiore empatia; di contro, la Russia e il governo del presidente Vladimir Putin riceverebbe l'esatto sentimento opposto. La domanda, quindi, resta: a chi dobbiamo credere?
Le Nazioni Unite oltre alle associazioni internazionali per i diritti umani sono le fonti principali da tenere come riferimento. Le stime sulle vittime vengono aggiornate solo dopo che le informazioni vengono verificate e incrociate con più fonti: sopravvissuti, testimoni, indagini e rapporti da parte delle autorità ufficiali. È un dato che richiede tempo e minuzia. Le Nazioni Unite, ad esempio, aveva stimato 136 civili morti. Un numero, come ha avvertito la stessa portavoce Liz Throssell, "che probabilmente sarà molto più alto". Per il servizio nazionale di emergenze dell'Ucraina, infatti, i morti civili sarebbero oltre 2000.