A 98 anni un medico lavora ancora per combattere il Coronavirus: “Non posso fermarmi adesso”
Tra gli eroi dell'emergenza Coronavirus in tutto il mondo non si può non annoverare Christian Chenay. Alla veneranda età di 98 anni, infatti, continua ad esercitare la professione di medico per dare una mano ai colleghi nella lotta alla pandemia. Il suo è un vero e proprio record. Oltre ad essere il dottore più anziano di Francia, dove è nato e cresciuto, si trova ad attraversare la terza epidemia della sua vita. Dopo aver sconfitto l'influenza spagnola e poi l'ondata di tifo durante la Seconda Guerra Mondiale, Monsieur Chenay, classe 1921, si è rimboccato le maniche anche stavolta, continuando a fare visita ai suoi pazienti a domicilio nonostante Covid-19. "Sono tutti molto spaventati, anche mia moglie è terrorizzata dalla possibilità che possa infettarmi e portare il virus a casa", ha raccontato in una intervista video rilasciata alla BBC.
Chenay ha iniziato a lavorare nel 1951 come psichiatra ospedaliero e poi radiologo. È diventato medico di medicina generale in un comune popolare alle porte di Parigi che ha solo tre medici per 19mila abitanti. La sua clientela comprende per la maggior parte anziani e stranieri. Il dottore ha dovuto interrompere le visite presso il suo studio a Chevilly Larue proprio a causa del lockdown deciso dal governo francese a fine marzo per contenere il diffondersi del contagio da Coronavirus, ma continua a svolgere consulti telematici per i propri pazienti e almeno una volta a settimana si reca a svolgere il suo lavoro in un casa di cura. "Non posso abbandonarli nel bel mezzo di una pandemia – ha detto ancora il medico francese -, non saprebbero come gestire la situazione. Noi siamo stati fortunati perché a differenza delle altre Rsa del Paese non abbiamo avuto nessun caso di Covid-19. Se qualcuno venisse contagiato sarebbe un vero disastro. Lo so che alla mia età dovrei ridurre la mia attività per tanti buoni motivi. Ma lavoro più lentamente rispetto a prima, un po' devo fare attenzione".
Eppure, nonostante la sua esperienza, per lui il Coronavirus è qualcosa di assolutamente mai visto. "Per il tifo avevamo maschere a gas e, fortunatamente, c'era un trattamento – ha detto – . Ora non c'è neanche modo di sapere chi è malato e chi no. Dinanzi a questo virus ci si sente impotenti". Ha infine promesso che penserà ad appendere il camice al chiodo quando sarà terminata l'emergenza. Intanto, oggi è stato anche ricevuto dal presidente francese Macron all'Eliseo: "E' un esempio stimolante per tutti noi e ci trasmette ottimismo. La ringrazio perché continua a fare quello che fa pur conoscendo i rischi che corre", ha detto il Capo dello Stato.