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A 88 anni il primo tatuaggio: “Non rianimare”. Un messaggio contro l’accanimento terapeutico

Olanda: una signora di 88 anni si fa tatuare una scritta sul seno: “Non rianimare”. Un chiaro messaggio contro l’accanimento terapeutico, in merito alle contraddizioni della rianimazione alle persone colpite da infarto. E’ scontro sulla validità del ‘documento’.
A cura di Carmine Della Pia
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accanimento terapeutico

A 88 anni entra in uno studio di tatuaggi con le idee chiare sul primo disegno da imprimere sulla sua pelle: la scritta ‘Non rianimare’ sul seno. Accade ad Amsterdam, Olanda, dove il dibattito sulla necessità di rianimare una persona colpita da infarto è molto acceso. Per le persone anziane, infatti, la pratica potrebbe portare, comunque, alla morte, o alla rottura delle ossa. La rianimazione, pertanto, anche se contemplata, potrebbe solo ritardare la morte, cui il paziente potrebbe giungere anche soffrendo molto. Una sorta di presa di posizione contro l’accanimento terapeutico, quindi: la foto è giunta alla redazione di ‘Relevant', rivista dell’Associazione Olandese per l’Eutanasia Volontaria (NvvE). E’ scontro, però, sulla validità del tatuaggio ai fini del rispetto della volontà dichiarata: c’è chi si schiera a favore della signora 88enne, e chi spiega che si necessita, comunque, di una dichiarazione scritta e firmata.

Rianimazione in caso di infarto: molte contraddizioni

A portare il caso all’attenzione del pubblico, un programma tv olandese, ‘Zembla’. Il documentario di approfondimento giornalistico aveva parlato delle contraddizioni inerenti la pratica della rianimazione in caso di infarto. Una campagna della Fondazione Olandese per il Cuore mostrava una giovane donna intenta a rianimare Superman, un riferimento al gesto eroico di salvare le persone colpite da infarto. Sul poster, la scritta “Diventi anche tu un eroe. Iscriviti a un corso di rianimazione”. Eppure, come spiegato nel corso del programma tv ‘Zembla’, la pratica non è da considerarsi una panacea nei confronti del problema, tutt’altro. Per rianimare una persona colpita da infarto bisogna pressare 30 volte la cassa toracica, in modo da mantenere in contatto la circolazione sanguigna fra cervello e cuore. Solo il 15% dei pazienti, però, sopravvive grazie alla manovra, e si tratta di persone giovani che, a parte l’arresto cardiaco, godono di buona salute. Per anziani e pazienti che presentano condizioni di salute precarie, non vi sono notevoli aspettative di vita.

tatuaggio non rianimare

Subito dopo il documentario mandato in onda dalla tv olandese, giunge la notizia dell’anziana che, in compagnia del figlio, si è recata presso uno studio di tatuaggi per eseguire il primo tatoo della sua vita. “Per lei è d'importanza cruciale che non venga mantenuta in vita con l'accanimento terapeutico, perché tanto la sua salute non migliorerebbe. Se una persona registra la propria volontà addirittura sul corpo, il personale medico deve prenderla sul serio”, ha spiegato il figlio. Sulla validità giuridica del tatuaggio, appunto, vi è un gran dibattito. Il segretario amministrativo del Consiglio Olandese per la Rianimazione, Martijn Maas, spiega che l’ultima volontà della signora dovrebbe essere datata e firmata ufficialmente. Al contrario, il professore di Diritto sanitario all’Università di Amstrdam, Johan Legemaate, si schiera a favore della causa, in quanto la signora avrebbe espresso la sua volontà in una maniera sufficientemente chiara. Nel settembre del 2011 anche l'81enne inglese Joy Tomkins aveva richiesto lo stesso tatuaggio: "Do not resuscitate", per scampare ad una "vita da vegetale", stesso tragico destino che l'anziana aveva già dovuto sopportare con la malattia della madre e del marito.

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