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A 19 anni vince i Los Angeles Music Awards: “Ho iniziato a suonare grazie ad Allevi”

Il giovanissimo salernitano, Antonio Roccia, è appena tornato vincitore dai Los Angeles Music Awards, dove gli è stato assegnato il premio “International composer and arranger of the year”. In una video intervista ci racconta la sua storia e la sua passione musicale, nata con l’ascolto di Giovanni Allevi.
A cura di Redazione Cultura
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Antonio Roccia
Antonio Roccia

La storia di Antonio Roccia è quella di un ragazzo salernitano, semplice, introverso, ma estremamente determinato. Il pianoforte è il suo alleato, il solo davanti al quale riesce ad esprimersi in pieno, superando anche quel difetto, la balbuzie, che lo coglie quando si trova a confrontarsi con il mondo. Oltre al suo talento, a fargli fare un salto qualitativo importante, è stata la sua voglia di imporsi, che lo ha spinto a sedersi alla tastiera, questa volta del computer, e a contattare il direttore dei Los Angeles Music Awards che, dopo un feedback positivo, gli ha proposto di inviare 4 suoi brani al prestigioso concorso internazionale.

Con sua grande gioia i brani vengono selezionati  e Antonio parte per L.A. dove si terrà la finale. Senza nemmeno esibirsi (e quasi incredulo) Antonio vince il premio premio  "International composer and arranger of the year", che lo lancia all'attenzione della stampa nazionale e internazionale in un baleno. All'inizio di dicembre, grazie all'attenzione mediatica che gli è stata offerta, parteciperà alla compilation della rivista Musica Jazz in onore di Lelio Luttazzi.  Antonio, che ha riarrangiato in chiave jazz il brano "Ritorno a Trieste", sarà al fianco di artisti di primissimo piano come Stefano Bollani, Mina, Lucio Dalla, Fiorello, Danilo Rea e Simone Molinari.  L'offerta gli è venuta dal produttore Alberto Zeppieri e dalla stessa Rossana Luttazzi, vedova di Lelio, che hanno apprezzato la sua composizione "A dream of you"(la stessa presentata a Los Angeles) al Pov music contest di Udine.

Autografo di Allevi ad Antonio Roccia
Autografo di Allevi ad Antonio Roccia

Antonio, ai microfoni di Fanpage parla del suo amore per la musica, nato dall'ascolto delle composizioni di Giovanni Allevi. Molto si è detto del noto pianista e compositore di Ascoli Piceno, anche su questo giornale. Che le sue non siano composizioni di grande interesse storico musicale lo si è ampiamente segnalato. Non c'è dubbio che il suo porsi quale capostipite di una nuova estetica musicale, sulla scia di grandi compositori e direttori del passato, non abbia fondamento e sia una trovata polemica e pubblicitaria. Al cospetto però di Antonio, un pianista così giovane e volenteroso, pieno di sogni, c'è da domandarsi se i ragazzi di oggi (i musicisti di domani) non abbiano bisogno, da parte delle generazioni adulte, di nuovi punti di riferimento. Lasciarli a loro stessi, senza un futuro, senza un'educazione appassionata, che sia frutto di una guida attenta e informata, può rischiare di mandarli alla deriva. E allora, in mancanza di uno Stato che si faccia carico della formazione musicale nelle scuole, in mancanza di un rinnovato riconoscimento alla musica quale forma d'arte italiana per eccellenza , e nella continua deriva culturale che stiamo vivendo, ben vengano gli Allevi, se sono l'unica soluzione per avvicinare i più giovani alla musica, allo studio di uno strumento, o semplicemente, per fargli metter piede in una sala da concerto. Per lo meno in mancanza di una seria e doverosa politica culturale a lungo termine.

Abbiamo incontrato Antonio Roccia a casa sua. Al suo pianoforte a muro ci ha suonato i due brani fortunati, "A dream of you" e "Ritorno a Trieste". Ci ha mostrato anche i suoi feticci, dalla statuina di Beethoven al confanetto autografo di Allevi, che ormai conosce personalmente e con cui intrattiene uno scambio epistolare consueto. Non ci resta che augurare ad Antonio molti successi e molte altre scoperte musicali.

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