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A 11 anni muore in California per batterio mangia-carne: “Contratto dopo distorsione alla caviglia”

La storia di Jesse Brown, 11enne di Orange County (Stati Uniti), morto dopo aver contratto una infezione da streptococco A: “Si era fatto male alla caviglia mentre era sul tapis roulant, poi la situazione è precipitata”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
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Un bambino di 11 anni, residente in California, Stati Uniti, è morto dopo aver contratto una infezione da streptococco A probabilmente in seguito alla distorsione di una caviglia. È quanto ha denunciato la famiglia di Jesse Brown.

Stando a quanto riportano i media locali, il ragazzo godeva di buona salute. Era appassionato d motocross e frequentava la quinta elementare alla Lakemont Elementary School di Orange County.

La cugina, Megan Brown, ha raccontato che l'11enne si era fatto male alla caviglia mentre era su un tapis roulant qualche settimana fa. Ma qualche giorno dopo, la madre si è accorta che c'era qualcosa che non andava. "Tutta la sua gamba era coperta di chiazze, violacee, rosse, quasi come lividi", ha detto Brown.

Poi, la situazione è precipitata. Trasferito in ospedale, il bambino è stato poi ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Alla fine i medici gli hanno diagnosticato una infezione da streptococco A e, nel giro di pochi giorni, la famiglia ha detto che si è trasformato in un batterio mangia-carne, che ha ha fatto gonfiare il cervello di Jesse e lo ha infine ucciso. "Ci hanno detto che è stato colpito dall'infezione probabilmente quando si è fatto male alla caviglia, perché era già debole", ha aggiunto la cugina.

La dottoressa Candice Jones, una pediatra di Orlando, ha spiegato all'emittente fox35orlando che c'è stato un recente aumento dei casi di streptococco invasivo tra i bambini negli Stati Uniti. "Ci sono diversi modi in cui questi batteri possono causare infezioni da lievi a gravi e persino portare alla morte". Tra i sintomi dell'infezione ci sono gonfiore, arrossamento e febbre.

La famiglia di Jesse spera che la loro esperienza possa aiutare altre famiglie. "Se ci fosse più consapevolezza, forse avremmo potuto intervenire prima, quando abbiamo notato che aveva la febbre. Ma per noi era troppo tardi", ha detto infine la cugina.

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