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La Chiesa contro l’ultimo desiderio di Jens, ucciso da un tumore a 9 anni

La storia di Jens è quella di un bambino tedesco di 9 anni ucciso da un tumore. Ed è la storia di un grande tifoso del Borussia Dortmund, tale da desiderare l’emblema della sua squadra per sempre con sé. Il compromesso con la Chiesa solo dopo una lunga battaglia.
A cura di Susanna Picone
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La storia di Jens è quella di un bambino di 9 anni ucciso da un tumore. Ed è la storia di un grande tifoso del Borussia Dortmund, tale da desiderare l’emblema della sua squadra per sempre con sé. Il compromesso con la Chiesa solo dopo una lunga battaglia.

Dalla Germania arriva una storia drammatica, quella di un bambino ucciso a 9 anni da un tumore al cervello, e di una successiva “battaglia” per far sì che almeno il suo ultimo desiderio potesse essere esaudito. Il piccolo si chiamava Jens Pascal Schmidt (le sue foto su Facebook, dove sono tante le pagine nate per lui), sapeva che sarebbe stato sconfitto dal suo terribile male e, prima di chiudere gli occhi per sempre, alla sua mamma aveva sussurrato quello che era il suo sogno, la sua ultima volontà. Voleva avere per sempre con sé il simbolo della squadra di calcio da lui tanto amata, il logo del Borussia Dortmund sulla sua lapide al cimitero. Perché Jens, la sua storia la racconta il Corriere.it, era un grande tifoso della squadra di calcio tedesca, tanto che alcuni dei suoi idoli erano andati anche a trovarlo nell’ospedale di Dortmund nel quale il piccolo era ricoverato. Capitano, allenatore e altri giocatori del Borussia gli avevano regalato questa gioia lo scorso dicembre, poi Jens è morto nel maggio successivo. E in quel momento è nata la battaglia della sua famiglia per far sì che questa particolare lapide fosse accolta al cimitero.

Perché la Chiesa in Germania ha inizialmente detto di no al piccolo, negandogli di fatto quello che era il suo ultimo desiderio. Perché il design di una tomba con un logo di una squadra di calcio (i genitori di Jens col benestare del club avevano fatto realizzare una lapide con il simbolo e il motto del Borussia “Amore vero”) non è consono a un cimitero cattolico, dicevano. Sopra la stele la famiglia del bambino aveva messo una scultura di pietra che rappresentava un pallone di calcio. Dei simboli, insomma, che non avevano niente a che fare con la Chiesa e che da questa non potevano essere accettati. Una decisione che però non è piaciuta a nessuno, né alla famiglia di Jens, né ai tifosi del Borussia Dortmund, né a quelli avversari: è nata una protesta e una feroce campagna online, solo col tempo è stato raggiunto un accordo. La parrocchia è infine tornata sui suoi passi, ma a una condizione: il pallone sulla lapide di Jens deve essere posto in basso e non in cima e la stele deve essere girata per lasciar posto anche a un simbolo cristiano.

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