50 frustate inflitte ad una donna sudanese: indossava abiti indecenti. Ecco il video
Attraverso la Rete si diffonde ancora una volta un contenuto che mette in imbarazzo le autorità nazionali. Da un giorno, infatti, le 50 frustate inferte ad una donna stanno facendo il giro del Web. Accusata di avere indossato abiti indecenti – le fonti parlano di un paio di pantaloni o di una gonna – il governo del Sudan ha condanno la donna alla fustigazione. Condanna che viene applicata con particolare solerzia e metodo, nonostante il tentativo della donna di divincolarsi e le sue suppliche perché la fustigazione avesse termine.
Le riprese sono state girate probabilmente di nascosto nel luglio del 2009 e messe in Rete, secondo Al Jazeera, il 10 dicembre 2010 in occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani. La pubblicazione del documento ha sollevato, come atteso, un coro di voci contro il governo africano, accusato di non rispettare i diritti delle donne e di mettere in pratica pene in assenza di processi regolari.
Alla pubblicazione del video, le associazioni Diritti umani di Khartoum si sono mosse rapidamente, chiedendo l'apertura di un'inchiesta sulla pena inflitta alla donna, nonché l'abolizione dell'articolo 152 del codice penale che sancisce la fustigazione per chi indossa "abiti indecenti". Va ricordato, inoltre, che non è la prima volta che al Sudan viene contestata una simile violazione dei diritti contro la donna. Sempre nel 2009, infatti, la giornalista sudanese Lobna Ahmed Al Hoseini viene processata per avere indossato un paio di pantaloni in pubblico.
In quel caso, tuttavia, la mobilitazione di società civile e media arabi costringe il governo sudanese a limitare la condanna ad una pena semplicemente pecuniaria, disponendo il pagamento di 200 dollari di ammenda.