video suggerito
video suggerito

“30mila bimbi furono venduti dalle suore all’insaputa delle madri”, il dramma che sconvolge il Belgio

“Ci dicevano che i nostri bimbi erano morti” ha raccontato una delle vittime di questa pratica che per decenni ha coinvolto decine di migliaia di ragazze madri in Belgio, molte delle quali ancora oggi sono alla ricerca dei propri figli sottratti già alla nascita.
A cura di Antonio Palma
279 CONDIVISIONI
Immagine

Almeno 30mila bimbi appena nati sarebbero stati venduti dalle suore all'insaputa delle madri e in cambio di compensi economici tra i 10.000 e i 30.000 franchi, vale a dire poche centinaia di euro. È il dramma che per decenni ha coinvolto decine di migliaia di ragazze madri in Belgio, molte delle quali ancora oggi sono alla ricerca dei propri figli sottratti già alla nascita.

A ricostruire la loro storia il podcast "Kinderen van de Kerk" della testata belga Het Laatste Nieuws che ha dato voce ad alcune delle mamme ma anche ad alcuni dei figli di questa terribile vicenda. “Per 40 anni ho pensato che mia figlia fosse morta” ha raccontato la 67enne Cyrilla, una delle ultime donne vittime di questi meccanismi che sarebbero andati avanti per decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli anni '80.

Ciryla, come tutte le altre vittime di questa tratta, è stata rinchiusa dalle suore solo perché era una ragazza madre che portava in grembo un figlio fuori dal matrimonio. Cyrilla aveva 23 anni quando rimase incinta di una bimba. Prima che se ne rendesse conto, fu rinchiusa in una casa dove dovette lavorare per le suore durante tutta la gravidanza.

“Non avrei mai dovuto salire su quella macchina. Sogno ancora quelle suore” ha raccontato al quotidiano. Le religiose si sono occupate anche del parto ma quando è arrivato il momento di mettere al mondo la bimba, per lei si è rivelato il momento peggiore. La donna non ha più visto la sua bimba, le hanno detto che era morta mentre lei era stata sterilizzata senza alcun consenso. In realtà la bimba era stata venduta a una famiglia adottiva che poteva pagare.

Come ricostruisce la testata, il suo è solo uno delle decine di migliaia di casi di donne incinte e non sposate che venivano collocate in istituti cattolici, dove subivano umiliazioni e persino abusi sessuali. Le donne venivano sottoposte ad anestesia generale per non permettere loro di vedere il proprio figlio al momento del parto. In seguito erano costrette a firmare un documento in cui rinunciavano al neonato o gli veniva detto che era morto.

“Mia madre aveva 18 anni quando ha avuto una gravidanza indesiderata" ha raccontato invece la 57enne Debby Mattys, una delle neonate vendute dalle suore. Da quando ha saputo la sua storia, ha cercato la madre naturale ma oggi è estremamente difficile un ricongiungimento a causa documenti non conservati o distrutti.

Le loro storie hanno scosso nel profondo anche la comunità cattolica tanto che nel 2015 la Conferenza episcopale belga si è scusata con le vittime di adozioni forzate in istituti cattolici presso il Parlamento fiammingo ma non vi è stato alcun risarcimento. La Chiesa chiede un'indagine indipendente su queste adozioni per poter  prendere in considerazione un possibile risarcimento.

279 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views