11 settembre 2001: la fotostory dell’attacco al cuore dell’Occidente
"Oh my God, oh my God… everything is burning": sono oramai trascorsi 10 anni eppure le urla disperate trasmesse alla tv, così lontane eppure così tremendamente concrete, sembrano essere ancora vive nei ricordi di chi ha vissuto l'11 settembre. Erano da poco passate le 15 qui in Italia e un tranquillo pomeriggio di settembre veniva interrotto da notizie ancora frammentarie provenienti dalle emittenti statunitensi. Un incidente: in un primo momento l'impatto del Boeing 767 dell'American Airlaines, partito da Boston con direzione Los Angeles, contro la Torre Nord del World Trade Center fu definito in questi termini. Ad essere colpiti dallo scontro ben 7 piani, dal 96esimo al 90esimo che in un'ora e mezza circa si trascinarono giù l'intero ammasso di ferro e di uffici quale era la torre nord del Wtc.
Foto di wstera2
Ma "l'incidente" si rivelò ben presto essere tutt'altro. Mentre le telecamere del mondo erano puntate su quel pezzo di acciaio bruciante, che attendeva gli eroi della polvere e del fuoco per mettere in salvo quanti si trovavano nell'inferno di cristallo quel venerdì mattina, poco distante da lì, dopo appena 20 minuti la torre Sud veniva colpita sotto gli occhi increduli e terrorizzati di quanti partecipavano all'evento più catastrofico del nuovo millennio. Alle 9.05, il volo 175 della United Airlines si andò a schiantare sull'altra delle Twin Towers e in particolare tra il 75 esimo e l'84 esimo piano provocando in brevissimo tempo, un'ora circa, il crollo dell'edificio.
Foto di wstera2
Il panico divenne imperante nelle torri, così come a bordo degli aerei: in molti cercarono i familiari per un ultimo saluto prima di morire: per anni abbiamo ascoltato le ultime telefonate telefonate di chi poi, tra quell'inferno, perse la vita.
Abbandonarsi al destino o sfidarlo: deve essere questa la domanda che si propone alla mente disperata di chi si trova ad affrontare un pericolo imminente. Per 200 persone la scelta fu provare a saltare giù dalle torri, sperando di finire con pochi danni, sui tetti di qualche grattacielo circostante. L'immagine di questi uomini cadenti divenne ben presto il simbolo del terrore e al tempo stesso della voglia di non assoggettarsi ad esso. Una rappresentazione estremamente pregnante dell'avvenimento, tanto che la foto che rappresenta il gesto ha acquisto persino un titolo riconosciuto: "The Falling Man".
Dopo l'attacco alle Torri sarà un'escalation di terrore; quello che nei primi momenti era parso essere un "banale" incidente si trasforma in una sensazione tanto angosciante quanto concreta: gli USA sono sotto scacco. La frenesia degli attacchi non lascia il tempo di riflettere sugli eventuali responsabili dell'attacco al cuore economico degli USA.
La Grande Mela è un via vai di sirene, un'immensa nube di polvere mentre piano piano le due Twin si sgretolano su loro stesse. Sono le 9.37 quando il Boieng 757-200 dell'American Airlines si schianta contro il Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa Usa: in totale saranno 164 i morti in questo scontro.
L'America non fa in tempo a prendere fiato che alle 10.06 nei tg rimbalza la notizia di un altro aereo, probabilmente dirottato verso la Casa Bianca, precipitato in Pennsylvania dopo un'alacre lotta tra terroristi e passeggeri. Gli Stati Uniti sono oramai in ginocchio, completamente piegati all'attacco terroristico più impressionante della storia recente.
Foto di wstera2
Nelle ore immediatamente successive all'attacco molti di noi ascoltarono per la prima volta il nome di Osama Bin Laden e della sua organizzazione Al Queda. Da quel giorno, che piaccia o no, il mondo non è stato più lo stesso: la guerra in Afghanistan, il terrorismo, ma soprattutto il timore degli attacchi, hanno inciso profondamente sulla concezione che fino a quel momento si aveva dell'Occidente, così come sui suoi nemici.
Chi è stato a Ground Zero negli anni successivi agli attacchi del 2001 ha potuto percepire concretamente l'entità della tragedia che quel venerdì mattina si abbatté sull'America: al di là delle responsabilità e delle diverse teorie su quanto accaduto quell'11 settembre quel che resta di quel giorno è un bilancio di quasi tremila vittime, in gran parte civili. E' in primis in onore di queste persone che l'11 settembre occorre fermarsi e concedersi il tempo di una riflessione: per non dimenticare ciò che è stato ma soprattutto per non dimenticare chi, 10 anni fa, era sulle torri del Word Trade Center.
Le foto 1,3 e 7 della Fotogallery sono di savethedave.