Esami di maturità, chi è Giorgio Caproni: il poeta che amava la natura
I versi di Giorgio Caproni scelti dagli esperti ministeriali per la prima traccia agli esami di maturità 2017, "Versicoli quasi ecologici", sono tratti dalla raccolta "Res amissa" che uscì postuma nel 1991 a cura di Giorgio Agamben. Dall'anno precedente, la salma del grande poeta, traduttore e critico letterario giaceva con la moglie Rina Rettagliata nel cimitero di Loco di Rovegno, in provincia di Genova, città a cui dedicò gran parte della sua produzione poetica sin da quando vi si era trasferito appena decenne nel 1922, dopo la nascita della sorella Giulia. Sempre a Loco di Rovegno, il giovane Caproni insegnò alle scuole elementari.
Combatté in guerra, amò la stessa donna tutta la vita
Nel 1939, invece, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trasferì a Roma, dove vivrà per tutta la vita fino alla morte sopraggiunta nel 1990. Eppure ogni estate tornerà a Loco di Rovegno in vacanza. Qui aveva conosciuto Rina in gioventù, donna a cui fu legata per tutta la vita fin dal 1937. Dopo essere stato richiamato alle armi, nel giugno 1940 fu inviato a combattere la campagna di Francia, che molti anni dopo definirà "un capolavoro di insensatezza". Eppure spesso usò toni solenni per celebrare il regime fascista, sulla rivista Augustea tra il 1938 e il 1940. L'8 settembre 1943, alla resa del fascismo, entrò a far parte della Resistenza svolgendo compiti civili.
Significato dei "Versicoli quasi ecologici"
Il tema profondo della lirica scelta oggi per i maturandi esalta la natura come una "res" in pericolo per la responsabilità degli esseri umani, e quindi perduta nel senso più profonda, come concetto e come valore, come modo di vivere. Il significato dei "Versicoli quasi ecologici" è abbastanza luminoso:
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
I temi della lirica: il rapporto ‘capovolto' natura- uomo
Probabilmente sarà l'aspetto "ecologico" de "Versicoli quasi ecologici" su cui punteranno oggi gli elaborati della maggior parte dei ragazzi, eppure a ben scrutare la lirica presenta due temi distinti, entrambi correlati alla natura e al modo di viverla dell'uomo. Nel finale troviamo un appello, quasi senza speranza, dell'autore, che idealmente conclude scagliandosi contro chi approfitta della natura per i suoi scopi.
Quello ecologico sarà uno degli approdi tipici della poesia di Caproni nella fase matura, non tanto in riferimento al tema "verde", ma rispetto alle sorti umane. In ogni caso, Giorgio Caproni fu probabilmente l'autore che per primo nell'ambito della poesia italiana capovolgerà il binomio natura uomo, ponendo il secondo sullo sfondo e la prima protagonista.
Giorgio Caproni, nato nel 1912, fondò molto della sua formazione poetica sui versi di Eugenio Montale, responsabile in parte del suo esordio con la raccolta "Come un'allegoria" del 1936. a quei tempi, non c'era ancora l'ecologia a permeare le liriche del giovane Caproni. Solo nel 1938, con "Ballo a Fontanigorda" (dove oggi esiste il Percorso poetico Giorgio Caproni immerso nella natura) fa la sua prima comparsa la natura, attraverso il motivo del mare (su cui Caproni tornerà sempre) che si accompagna alla femminilità e in parte riconduce a quella tematica sulla natura che sarà tipica del Giorgio Caproni più maturo.