Equitalia addio: da oggi, 3 luglio 2017, ad occuparsi di riscossione delle tasse non pagate sull’intero territorio nazionale (salvo in Sicilia, che essendo regione a statuto speciale ha deciso di affidare la riscossione a un altro ente) sarà l’Agenzia delle entrate, attraverso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ente sottoposto all’indirizzo e alla vigilanza del ministro dell’Economia e delle Finanze. Aspettate però a stappare lo spumante, perché a conti fatti per i contribuenti cambierà ben poco e quel poco non necessariamente in meglio, nonostante gli auspici del ministero.
Sedi e contact center telefonico immutate, cambia account Twitter
Le sedi sono rimaste le stesse, sia quella centrale, a Roma, sia quelle periferiche, come pure il personale, trasferito senza soluzione di continuità da Equitalia al nuovo ente (ma con l’applicazione delle norme che regolano il rapporto di lavoro privato), in compenso ora ogni contribuente sarà identificato tramite il codice a barre del proprio codice fiscale presente nella tessera sanitaria, consentendo agli operatori di visualizzare a video tutta la posizione del contribuente e così ridurre i tempi di evasione delle pratiche (e le file agli sportelli). Immutato anche il numero telefonico del contact center telefonico (06.0101), che continuerà a fornire informazioni ai contribuenti, mentre oltre al logo, ai moduli e al canale di twitter (da oggi @AE_Riscossione al posto di @equitalia_it) è cambiato il sito web di riferimento, ora www.agenziaentrateriscossione.gov.it.
Nuovo sito ed app per l’Agenzie delle Entrate-Riscossione
Proprio il sito è forse ciò che ha subito la trasformazione maggiore, diventando un vero e proprio sportello virtuale: entrando nell’area riservata del sito con le credenziali di accesso è possibile controllare la propria situazione debitoria, pagare cartelle e avvisi, chiedere e ottenere una rateizzazione fino a 60mila euro, sospendere la riscossione (nei casi previsti dalla legge) e attivare servizi come SMS – Se Mi Scordo, per ricevere alert sul proprio cellulare. Sarà anche possibile delegare un intermediario e visualizzare i documenti (compresi quelli relativi alla definizione agevolata delle pendenze col fisco). Tutti servizi che potranno essere attivati anche usando una app, Equiclick, disponibile per smartphone e tablet.
Accesso a informazioni mirate migliorerà riscossione?
In teoria, il nuovo ente avendo accesso diretto alle informazioni dei contribuenti presenti nelle banche dati dell’Agenzie delle Entrate potrà “mirare” meglio i pignoramenti, evitando ad esempio di bloccare tutti i conti di un’impresa o il conto su cui viene accreditato lo stipendio del contribuente. Non si può tuttavia fare a meno di notare che statisticamente questo tipo di attività (pari a circa 170 mila pignoramenti l’anno) ha finora riscontrato un ampio insuccesso (nell’80% dei casi non ha infatti portato a nulla). Numeri destinati a cambiare in meglio? E’ presto per dirlo, ma mai dire mai e in ogni caso c’è da augurarsi che il beneficio sia tangibile per i contribuenti, che non dovrebbero più ritrovarsi con tutti i conti bloccati ma solo quelli necessari all’operazione di riscossione forzata e che dovrebbero poter evitare di recarsi presso una delegazione Aci per far cancellare il debito legato al mancato pagamento del bollo auto.
Le pendenze con Equitalia sono state trasferite al nuovo ente
Inutile sperare, ovviamente, che spariscano “magicamente” le cartelle e i debiti pendenti con Equitalia (comprese le imposte erariali e locali come Tasi, Imu, Tari, o il bollo auto), visto che con la soppressione di Equitalia tutte queste situazioni pendenti sono state trasferite all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In sostanza nonostante il cambio di soggetto esisterà una continuità nei crediti e quei contribuenti che hanno ricevuto una cartella di pagamento o che hanno in essere un piano di rateazione dovranno corrispondere quanto dovuto al nuovo ente. Quel che si spera che cambi è il rapporto tra l’ente delegato alla riscossione e i cittadini-contribuenti.
Pignoramenti senza autorizzazione preventiva dei giudici
Proprio il clima “intimidatorio” venutosi a instaurare fra fisco e contribuenti e “alcuni meccanismi vessatori” determinatisi nel corso degli anni e che avevano penalizzato in particolare le piccole e medie imprese e i cittadini con redditi medio – bassi erano stati indicati da Matteo Renzi come i motivi per cui l’esperienza Equitalia poteva definirsi “una parentesi che non ha funzionato”, neppure sul fronte della lotta all’evasione (argomento ormai mitologico con cui ogni governo in Italia cerca di far apparire “coperture” a una parte della spesa pubblica, salvo verificare anno dopo anno che la copertura non è stata sufficiente). Al riguardo la “novità” relativa al fatto che il pignoramento, mirato, dei conti correnti è ora possibile anche senza l’autorizzazione preventiva di un tribunale potrebbe generare qualche comprensibile timore, visto gli errori e ricorsi in cui Equitalia è incorsa negli anni.
Se non si paga entro 60 giorni il prelievo sul conto scatterà in automatico
Dato che l’Agenzie delle Entrate-Riscossione avrà libero accesso anche alle banche dati Inps e potrà verificare l’effettiva disponibilità economico-finanziaria del contribuente-debitore alcuni temono che i pignoramenti possano diventare quasi automatici una volta passati i 60 giorni dalla notifica di una cartella esattoriale. In sostanza nell’emettere la cartella l’ente procederà a trasmettere gli atti di pignoramento del conto corrente all’istituto del contribuente-debitore e, ove questi non paghi nei 60 giorni di tempo (e non presenta ricorso o richiesta di rateizzazione), procederà direttamente al pignoramento riscuotendo la somma dovuta per poi notificarlo all’interessato. Un modo più “spiccio” ed efficace dal quale il governo si attende un aumento del gettito per pignoramenti di 483 milioni di euro, ma che, curiosamente ma non troppo, non porta ad alcuna riduzione dei costi per la riscossione che verranno addebitati ai contribuenti-debitori.