Enrico Letta, il Club Bilderberg e Trilateral Commission
Pochi minuti prima dell'ufficializzazione della sua nomina a possibile Presidente del Consiglio, la biografia di Enrico Letta su Wikipedia iniziava con due semplici e lapidarie parole: "Noto massone…". Poi proseguiva, snocciolando il curriculum del vice segretario del Pd, nonché già tre volte ministro della Repubblica. Ma si sa: Wikipedia non sempre brilla per affidabilità, così pochi minuti dopo le due paroline magiche, e sacre per ogni "buon complottista", erano già sparite dalla circolazione.
Bene. Chi le aveva scritte evidentemente aveva le sue buone ragioni: alcune di esse vengono periodicamente snocciolate e sono l'appartenenza – presunta o reale, chissà – a due grandi lobby di potenti del mondo. Il Club Bilderberg e la Trilateral Commission: in entrambi l'accesso è severamente vietato ai comuni mortali, e ovviamente anche alla stampa, e ciò autorizza molti a pensare che al loro interno di fatto si decidano le sorti dell'umanità: guerre, operazioni di speculazione finanziaria, rapporti con le case farmaceutiche, investimenti militari, verrebbero discussi da un manipolo di privilegiati. Le decisioni prese all'interno di questi gruppi influenzerebbero poi la linea dei governi.
Che c'entra Enrico Letta con questi club? Apparentemente molto, se è vero come è vero che il nome del neo premier risulta tra gli invitati alle ultime riunioni, sui siti ufficiali delle due potenti lobby. Ad esempio dal 31 maggio al 3 giugno 2012 il giovane Letta risulta tra i presenti a Chantilly, in Virginia, in occasione di una riunione del gruppo Bilderberg. In un altro documento del 2013 invece il nome del Premier risulta tra i membri della Trilateral Commission. Come detto, entrambi i club discutono soprattutto di economia e politica. Il fatto che non trapeli mai nulla da queste riunioni autorizza a pensare qualsiasi cosa, e talvolta la linea che separa fantasia complottiste e realtà si spezza e tutto si mescola in un grande calderone.
Ma attenzione. Pochi mesi fa il presidente onorario della Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, ha fatto importanti rivelazioni a Fanpage, riconoscendo al Bilderberg un ruolo cruciale addirittura nel periodo delle stragi: "Ho trovato un documento che mi ha lasciato sgomento, dove quando si parla di stragi si parla anche del gruppo Bilderberg. Un documento in possesso di un terrorista di Ordine Nuovo, Ventura. Io credo a questo documento. Ho fatto delle verifiche e posso dire che dietro la strategia della tensione e alle stragi c'è anche il gruppo Bilderberg, una specie di Grande Fratello che sta sopra, manovra, si serve di terroristi neri e massoni". E se a dirlo è un magistrato…
Per finire, lasciando da parte i club internazionali, parliamo dei sostenitori di Enrico Letta nel nostro Paese. Intorno al giovane candidato alla presidenza del Consiglio gravita un universo di sostenitori, tutti appartenenti al think net Vedrò, "nato – si legge – per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese. Sulla scena dal 2005, la nostra è una rete di scambio di conoscenza formata da più di 4.000 persone: professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, politici, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo". Andando a spulciare, si scopre che il gruppo è assolutamente bipartisan: ci sono infatti la berlusconiana Nunzia De Girolamo e il compagno Francesco Boccia, oltre ad Alfano, Gelmini, Renzi, Tosi. Nutrito anche il gruppo di giornalisti: Fulvia Abate, il direttore de La Stampa Mario Calabresi, Oscar Giannino e il direttore di Rai Tre Andrea Vianello. Ma il gruppo di "lettiani" comprende anche artisti, sportivi, chef, imprenditori e magistrati. Tutti insieme, appassionatamente.