Enrico Letta: “Dall’Europa non vogliamo solo parole, ma anche fatti”
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Nel corso del suo intervento alla Conferenza dei Prefetti, in corso in queste ore, il Presidente del Consiglio Enrico Letta è tornato sul (velato) braccio di ferro in corso in questi giorni fra il nostro Governo ed i vertici europei. Un intervento comunque molto atteso, dopo le parole di Saccomanni, che lasciavano trasparire un certo nervosismo per l'ossessivo e cieco richiamo al rigore dei conti da parte europea, e nel giorno dell'incontro tra i ministri delle Finanze e del Lavoro di Francia, Germania, Italia e Spagna, in programma nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Letta infatti comincia proprio partendo dall'incontro odierno, "motivo di grande soddisfazione innanzitutto per il formato di quest'incontro, che dimostra la volontà di muovere la ruota: l'Europa non si affida solo ai ministri dei numeri e delle Finanze". Del resto, non è "solo l'Ecofin il luogo nel quale si assumono le decisioni", perché c'è la necessità impellente di "affrontare il tema più drammatico, quello della carenza di lavoro per i giovani e di prospettive per il futuro". E proprio Roma sembra essere diventata "la capitale della lotta degli europei a favore del lavoro e per i giovani".
Parallelamente il Presidente del Consiglio è tornato a ribadire la centralità del progetto di riforma costituzionale (da effettuare in tempi certi) e di revisione della macchina dello Stato (senza commettere altri errori che generano solo confusione, come nel caso dell'abolizione delle province): "Istituzioni che rispondano nei tempi e nei modi giusto, con sobrietà e austerità ma con efficienza: termini che si possono coniugare. E poi bisogna reinterpretare la parola semplicità: non arzigogolare modalità complesse per rispondere ai cittadini".