Englaro, a 5 anni dalla sua morte ancora nessuna legge sul biotestamento
Oggi sono cinque anni dalla morte di Eluana Englaro, o come dice suo padre “sono ventidue perché Eluana non c’era più dal 18 gennaio 1992”, ma nonostante gli appelli ancora non è stata fatta nessuna legge sul biotestamento. La storia di Eluana Englaro, o meglio la battaglia di papà Peppino fece discutere molto l’opinione pubblica e sembrava in quei giorni che il Parlamento avesse capito l’importanza di legiferare su un argomento così complicato nel più breve tempo possibile per non indurre nuovamente un tribunale a sopperire alle mancanze legislative. In realtà dopo le accese discussioni di quei giorni, le manifestazioni e i proclami, l’Italia è ancora senza una legge che disciplini la materia. Beppino Englaro, che in un’intervista all’Espresso ha definito quelli vissuti dalla sua famiglia “diciassette anni infernali e umanamente devastanti”, ha ricordato come la famiglia ha dovuto affrontare una battaglia incredibile da quando nel 1999 ha cercato di far rispettare quella che era sempre stata la volontà della figlia, chiedendo di sospendere la nutrizione e l’idratazione artificiale.
Beppino Englaro ha chiesto che oggi fosse la giornata del silenzio perché “dopo il clamore, credo che a Eluana sia dovuto il silenzio. Un clamore che non avrebbe dovuto esserci, perché era un clamore degli altri che entravano nella vita di una persona”. Beppino si augura che il Parlamento non ritardi ancora a legiferare sulla materia perché “devono imparare ad affrontare le questioni centrali per la vita dei cittadini, senza rinvii". "Oggi l’esempio di Eluana è calzante e potrebbe essere non solo un ricordo, ma uno stimolo importante perché la politica cominci a occuparsi del merito dei problemi con soluzioni in tempi brevi, chiare e applicabili” ha aggiunto il papà di Eluana. Intanto, c’è chi a distanza di cinque anni si è riunito nuovamente di fronte alla clinica dove morì Eluana, una ventina di persone appartenenti al movimento Militia Christi ha esposto oggi lo striscione “Per Eluana … mai più eutanasia”.