Il 29 Luglio è una data che la città di Napoli non può dimenticare facilmente. Cinque gli articoli sottoscritti dal Ministero dell’Ambiente, la Regione Campania, la Provincia di Napoli e il Comune di Napoli per il riscatto della città. Il protocollo d’intesa rappresenta una svolta nell’approccio del problema dei rifiuti e individua, per la prima volta, l’unica strategia possibile per la risoluzione del problema. L’aumento della raccolta differenziata e degli impianti connessi, la realizzazione di impianti di discarica in aree geografiche omogenee per lo smaltimento nel medio e nel breve periodo, utilizzando a tal fine le cave abbandonate o dismesse (il Parlamento Europeo si è pronunciato nel precedente decreto Legge n1/2011 parlamento europeo, il modello è quello già adottato per l’area dei paesi vesuviani, protocollo sottoscritto il 25 luglio che prevede un forte coinvolgimento della cittadinanza locale interessata), trasferimento fuori regione e nazionale tenendo conto della carenza storica di impianti su tutto il territorio nazionale. Sono questi i punti chiave di quanto sottoscritto da Stefania Prestigiacomo, Stefano Caldoro, Luigi Cesaro e Luigi de Magistris.
I dati presentati alla stampa del primo semestre di raccolta differenziata sono confortanti. Su 145.436 abitanti serviti con il sistema domiciliare si ha una media del 66% di materiali raccolti ed avviati al riciclo e vi sono anche alte percentuali di purezza dei materiali recuperati. Infatti la frazione estranea, ovvero le impurità, sono solo l’1,5% per la carta, lo 0,5% per il cartone, il 20% per il multimateriale, il 3% per il vetro e il 5 % per l’organico.
Questi numeri hanno permesso di evitare lo smaltimento di 45.500 tonnellate di rifiuti urbani nel da Gennaio a Giugno. Il nuovo piano per la risoluzione della raccolta rifiuti con la delibera n.739 di giugno vede l’Asia in prima linea con il compito di estendere la differenziata integrale domiciliare a 325.000 abitanti entro dicembre 2011. L’iter vede attività quali il completamento del quartiere Scampia, Posillipo, Ponticelli, Barra, Colli Aminei e zona Lieti, Bagnoli e zona Agnano, e l’avvio del primo modello di raccolta nei Quartieri Spagnoli.
È il tempo di cambiamenti che si prospettano radicali nella città e anche questo nuovo approccio alla risoluzione della crisi rifiuti sembra esserne un segno. Si passa dalle sperimentazioni e tentativi (che in passato si sono rivelati fallimentari) a progetti definiti e per la prima volta si pensa al territorio con un modello integrato e con centri di raccolta itineranti ad integrazione di quelli fissi. La vera novità poi riguarda il cuore della città: l’attenzione al centro storico sempre meta gettonata dai turisti.
L’obiettivo è quello di raggiungere oltre i 500.000 cittadini serviti dal sistema di raccolta differenziata domiciliare “porta a porta” nel 2012 con un 68% di risultato andato a buon fine.
«Noi ci muoviamo all’interno di un accordo-quadro che venne stipulato nel 2010 e che vede il Ministero dell’Ambiente, Asia, Conai e gli Enti Locali impegnati sul territorio per lo sviluppo della differenziata» afferma il direttore generale del Conai Walter Facciotto e continua:«L’Impegno di Conai è straordinario perché noi siamo impegnati a ritirare la raccolta della differenziata e poi al riciclo della stessa e all’interno dell’accordo facciamo anche da consulenti al Ministero. Siamo, inoltre pronti a collaborare e co-finanziare una serie di operazioni che sono lo start-up, l’acquisto delle apparecchiature, la pubblicazione, e non in ultimo, se questo nuovo piano di intervento giungesse veramente alle percentuali attese, il Conai potrebbe riconoscere al Comune e all’Asia una cifra annua non inferiore ai 15milioni di euro»
«Oggi è per Napoli una giornata importante: vincere la sfida contro i rifiuti significa restituire un’immagine mondiale non più come città sommersa dai rifiuti», afferma il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che continua: «Questa è un’immagine micidiale, che offende la città e vincere la sfida per i rifiuti significa creare quelle precondizioni di ogni possibile sviluppo di questo territorio» E sottolinea l’importanza di questo accordo quadro con Conai: «Il valore è duplice: si riduce la quantità dei rifiuti prodotti e si ha il vantaggio che attraverso il recupero delle materie prime si traduce in valore di risorse economiche che poi vanno ai Comuni». Riflessioni importanti quelle di Stefania Prestigiacomo che ricorda che la raccolta differenziata non è la soluzione alla crisi dei rifiuti ma che è sicuramente l’inizio non dimenticando che non sarà un obiettivo facile da raggiungere perché Napoli è una terra meravigliosa ma è terra anche di ecomafie che ha pagato prezzi ambientali altissimi «Un corretto ciclo di raccolta differenziata e riciclo di rifiuti corrisponde a legalità e serve a prosciugare quel brodo di cultura dove si è arricchita la criminalità organizzata che ha fatto affari».
L’ultimo pensiero del ministro a chiusura dell’intervento in conferenza stampa è rivolto ai suoi “amici” di area politica del consiglio comunale:«Discutete su tutto in maniera dialettica ma sul tema dei rifiuti cercate di andare d’accordo perché non ci sono soluzioni di destra o di sinistra. Il ciclo integrato dei rifiuti è quello e ce lo dice l’Europa come affrontarlo: dobbiamo partire con l’impiantistica ma anche con il piede giusto riducendo i rifiuti prodotti».
A cura di Francesca Ferrara