Emergenza rifiuti senza fine: proteste e roghi sotto il sole cocente di Napoli
Luigi De Magistris aveva dichiarato che Napoli sarebbe stata libera dai rifiuti entro cinque giorni. Passata quasi una settimana da queste parole, la città affronta la più incredibile emergenza rifiuti della sua storia recente. Migliaia di tonnellate di spazzatura giaciono non raccolte. Le zone più colpite sono quelle del centro storico e la municipalità Stella – San Carlo all' Arena. Ma la totale assenza di raccolta nei giorni scorsi, le continue proteste dei cittadini esasperati e il blocco dei siti di trasferenza temporanei individuati dalla Provincia a Caivano e Acerra, ha trasformato la città in un' enorme discarica in cui basta davvero una piccola scintilla per provocare un incendio.
Emergenza Rifiuti
Napoli invasa dalla spazzatura tra roghi e proteste
Nella periferia orientale, intanto, la raccolta va avanti in modo alterno. In alcune zone si procede regolarmente, mentre intere strade di Ponticelli – territorio già piagato dal fenomeno dello smaltimento abusivo di rifiuti industriali – sono diventate discariche a cielo aperto. Le tonnellate spazzatura in terra dovrebbero essere circa 400, ben cosa cosa rispetto a quanto accade la centro.
La stazione centrale di Napoli a piazza Garibaldi è un letamaio. Cumuli di sacchi neri a ogni lato accolgono i pochi turisti che arrivano via treno nella città del mare. Qui sono ancora appesi tanti manifesti abusivi delle recenti elezioni comunali 2011, conclusesi col ballottaggio e la straordinaria vittoria di Luigi De Magistris. A quasi un mese di distanza da quel giorno, la Luna di Miele tra il popolo napoletano e il suo nuovo sindaco sembra profondamente minata dall'incapacità della nuova amministrazione di porre rimedio allo scempio. Certo, il presidente Silvio Berlusconi aveva dichiarato che nel caso Gianni Lettieri avesse perso la sua corsa a palazzo San Giacomo, i napoletani non sarebbero dovuti andare a "piangere" dal Governo. Qualcuno, inoltre, insinua che gli enormi interessi economici in ballo per la costruzione dell' inceneritore di Napoli Est siano dietro alle proteste "pilotate" dei cittadini e al blocco di Stir e siti di trasferenza.
Luigi De Magistris continua a ripetere che per il suo piano di raccolta differenziata spinta c'è bisogno di sei mesi, ma intanto la città brucia sotto il sole cocente dell'estate napoletana. Roghi continui scoppiano sul Rettifilo, una strada centralissima al corso Umerto trasformata in una grande arteria dei rifiuti. Così tanti i cumuli di spazzatura, che il traffico viene intralciato. Qui, mani ignote, hanno appicato un rogo liberatorio e rovesciato cassonetti in segno di protesta.
Il centro storico è un susseguirsi di strade che puzzano di rifiuti e di marcio. Alcuni mezzi dell'Asia sono al lavoro per rimuovere i vicoletti dai rifiuti che li ostruiscono totalmente. Ma per un contenitore svuotato, ce ne sono almeno dieci strabordanti. Così và avanti l'apocalisse dei rifiuti di Napoli. Sotto al Municipio e davanti la Maschio Angioino, la spazzatura è l'unica a regnare. Cumuli alti e puzzolenti, che spaventano i pochi turisti che hanno il coraggio di visitare le bellezze di Napoli nonostante la devastazione.