Emergenza rifiuti: Napoli sommersa da 2400 tonnellate di immondizia
A Napoli l'emergenza rifiuti continua. Per strada ci sono quasi 2.400 tonnellate di spazzatura, 10.000 se si considera la provincia nella sua totalità. Alcuni quartieri sono letteralmente in ginocchio: a Fuorigrotta a terra ci sono 300 tonnellate di rifiuti; nella zona est tra Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio le tonnellate sono 400. La situazione è resa poi ancor più delicata dalla temperatura che oggi in città raggiunge i 30 gradi.
E tornano le già viste scene di esasperazione: nella sola notte di ieri la forze dell'ordine hanno denunciato decine di episodi di cumuli di rifiuti dati alle fiamme, sia in città sia in provincia. I vigili del fuoco sono stati costretti a intervenire 40 volte solo a Napoli. Secondo quanto segnalato poi dalla Questura, molti rifiuti sarebbero stati gettati per le strade della città, impedendo così la circolazione dei mezzi. Tra le zone interessate ci sono il centro storico e i quartieri spagnoli.
Anche ad Acerra, città che ospita il termovalorizzatore, la tensione è altissima. Sui binari della stazione locale sono stati infatti rovesciati dei cassonetti zeppi di rifiuti; le barre del passaggio a livello, inoltre, sono state smontate. I disagi per i viaggiatori sono durati circa un'ora e mezza. Ieri sera, poi, sono stati incendiati due autocarri della Eco Service.
De Magistris, che ieri è stato impegnato in un vertice notturno con Caldoro e altri esponenti delle istituzioni, non è quindi riuscito a mantenere la promessa di pulire la città in 5 giorni. "Ma non per colpa nel Comune"- precisa il neo sindaco: "La soluzione era stata trovata grazie ad un accordo fra Prefettura, Regione, Provincia e Comune. Avrebbe consentito di liberare Napoli dai rifiuti in 5 giorni, prevedendo anche la realizzazione di un sito di trasferenza nella stessa città. Questa soluzione purtroppo sta naufragando e non per responsabilità del Comune di Napoli. L'accordo c'era. Poi nessuno può mettere in preventivo che arrivino atti illegittimi da parte delle istituzioni".
Il riferimento, chiarissimo, è ad Antonio Falco, sindaco di Caivano che ha deciso di chiudere uno dei siti decisi nel piano. "Cinque giorni, cinque giorni. Io avevo detto che ne bastavano quattro. Poi ci siamo tenuti larghi. Ma se ci sono i boicottaggi come si fa? Ci hanno anche rotto un compattatore"– ha tuonato De Magistris che sente l'emergenza dei rifiuti come una vera e propria sfida. Fatto sta che al momento la città continua a sprofondare sotto una montagna di rifiuti.