Emergenza rifiuti a Napoli: nella notte roghi e immondizia per le strade
E' il giorno della verità a Napoli: oggi scadono i 5 previsti da Luigi De Magistris per risolvere la famigerata emergenza rifiuti che attanaglia la città e i paesi dell'hinterland. Ma l'allarme è tutt'altro che superato, mentre sembra quasi impossibile fare una stima della quantità di rifiuti presente sulle strade del capoluogo campano.
La città, complici le alte temperature, sembra essere diventata una discarica a cielo aperto, tanto che le finestre restano chiuse e chi scende per strada decide di farlo soltanto indossando la mascherina. Oltre alle montagne di rifiuti, Napoli ospita ratti e insetti che assieme ai miasmi contribuiscono a rendere il tutto insopportabile. Impossibile anche lavorare, a quanto pare, tant'è che molti commercianti stamattina hanno deciso di tenere abbassate le serrande.
Intanto, la notte napoletana brucia, di esasperazione e monnezza. Durante la serata di ieri, dai Quartieri Spagnoli cassonetti traboccanti di rifiuti sono stati spinti a forza fino alla centralissima via Toledo: delle vere e proprie barriere di immondizia che nei casi più eclatanti hanno reso impossibile la circolazione. Non solo, come ben documenta Youreporter la protesta assume caratteri di un vero e proprio sit- in, dove è difficoltoso persino per l'auto della polizia riuscire a muoversi. Il sospetto che dietro queste forme di protesta estreme ci sia la mente della criminalità organizzata, come ha sottolineato anche il sindaco, diventa di ora in ora più concreto.
Rabbia e proteste anche nel quartiere di Montesanto e nei pressi delle strade vicino all'aeroporto di Capodichino, ma anche in Via Nardones e a Pianura. Diversi anche i roghi, pericolosissimi e dannosi per la salute per la grossa quantità di diossina generata dalle ceneri: in tal senso, circa 30 sono stati gli interventi dei Vigili del Fuoco per arginarli.
Ma l'emergenza non si vive soltanto per le vie del centro, tutt'altro. Ad essere coinvolti sono anche i comuni della provincia dove la rivolta va avanti da qualche giorno: a Casoria proprio nei pressi dello straordinario Museo di arte Contemporanea giacciono abbandonati cumuli di immondizia bruciata; ad Acerra sono stati dati alle fiamme due autocompattatori e un gruppo di manifestanti, tra cui diversi consiglieri comunali, ha bloccato l'area di conferimento; scene simili a Caivano, dove dopo le proteste dei cittadini, il sindaco ha deciso di fermare l'accesso all'area di conferimento.
In centro prosegue la raccolta dei rifiuti a macchia di leopardo, dopo le proteste di stanotte i mezzi di Asia stanno ripulendo via Toledo e Santa Brigida, mentre è ancora sofferente il quartiere Chiaia. Il sindaco De Magistris attribuisce la mancata soluzione nei tempi previsti alle difficoltà e agli ostacoli che ha incontrato dopo la concertazione con gli altri enti locali. L'accordo di giovedì scorso, con Regione e Provincia, è saltato perché i siti di individuati, ovverosia quelli di Acerra che funzionano a singhiozzo e quelli di Caivano (bloccati per l'ordinanza sindacale), non possono, a queste condizioni, gestire l'emergenza. L'ancora di salvezza per il capoluogo campano potrebbe arrivare proprio dal piano varato ieri sera al termine di una lunga riunione in Regione: secondo quando prevede la legge regionale in caso di non autosufficienza, i rifiuti di Napoli e dell'hinterland interessato dall'emergenza, potranno essere conferiti in impianti di altre province.