Ancora una volta i cittadini di Napoli si sono svegliati con le strade ingombre di rifiuti di ogni genere e la città in preda alla continua emergenza. Secondo gli ultimi rilievi, infatti, sarebbero circa 2,000 le tonnellate di rifiuti non raccolti e la situazione non sembra affatto in via di normalizzazione, dal momento che alla già conclamata difficoltà nell'andare oltre una "raccolta del giornaliero", si sommano i problemi di alcuni impianti di compostaggio nel trattare la frazione umida.
Insomma, una situazione davvero alle soglie del disastro ambientale che prosegue nonostante i continui proclami e le promesse di figure istituzionali di primissimo piano. Già, perchè solo 2 settimane fa il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiarava ai giornali: "In quanti giorni Napoli potrà tornare al normale smaltimento dei rifiuti? io vi dico che in meno di due settimane si può fare" – ed ancora il 4 dicembre – Abbiamo ormai la certezza di potere in pochi giorni arrivare a una situazione normale per quanto riguarda la città e anche per quanto riguarda la provincia".
Certezze e rassicurazioni che evidentemente non avevano alcun riscontro con una realtà che, in attesa del giudizio dei tecnici della Regione Puglia sulla "qualità dei rifiuti campani", vede il Comune di Napoli sversare solo una minima parte dei rifiuti nella discarica di Chiaiano mentre il rimanente quantitativo dovrebbe finire negli impianti Stir (provinciali), quasi sempre saturi. Un danno incalcolabile per l'intera città sotto tutti i punti di vista, anche e soprattutto con i problemi causati al settore turismo, da sempre uno dei punti di forza dell'economia partenopea. Per protestare contro il perdurare di una situazione intollerabile, infatti, gli operatori del settore hanno deciso di celebrare i "Funerali del Turismo", con l'intero lungomare listato a lutto e la serrata di tutti gli esercizi commerciali.
Del resto, come spiega Carmine Bucci all'ADNKronos, l'emergenza ha messo in ginocchio tanti esercenti e dipendenti, dunque: "Celebreremo i funerali del turismo con una catena umana di almeno 700 persone, tra titolari e dipendenti, sul marciapiede lato mare tutto questo contro la burocrazia troppo lenta e la politica del non fare attuata dal Comune, che ha portato ad un calo del 50% delle presenze,all'emergenza rifiuti e alla conseguente incertezza sul futuro dei nostri lavoratori". Insomma, rifiuti nel centro della città, lungomare listato a lutto con luci spente e negozi serrati, proteste in città e contestazioni ai vertici politici, istituzionali e finanche ecclesiastici: davvero un momento drammatico per una delle città più belle d'Italia, la cui tutela è ormai una vera e propria emergenza nazionale.