Da buon ex pubblico ministero ieri ha annunciato una indagine, per "verificare l'esistenza di responsabilità precise rispetto a quanto accaduto". Luigi de Magistris è furente. Il caos trasporti a Napoli è stato accolto con una sfuriata del primo cittadino, assediato da televisioni e giornali di tutt'Italia, in piena campagna elettorale. Ieri, dopo aver incassato lo sfogo dei cittadini soprattutto, via web, il sindaco è affidato ad una lunga nota per spiegare il suo punto di vista, negando ogni addebito: "L'amministrazione comunale non ha la diretta responsabilità nel rifornimento del carburante per gli autobus da parte dei fornitori e dei distributori, essendo competenza della società a cui afferisce il trasporto pubblico su gomma". Il problema è che l'Anm, è a totale controllo dell'Amministrazione comunale. E questo il sindaco di Napoli lo sa bene. La storia è molto semplice: l'Azienda napoletana vanta 270 milioni dal Comune di Napoli e tra i trenta ed i quaranta milioni dalla Regione e lo dice Renzo Brunetti, amministratore dell'azienda di trasporti nominato dalla stessa Amministrazione comunale. Scrive poi il primo cittadino ‘orange': "Prometto, comunque, il mio impegno immediato affinchè siano condotte tutte le indagini necessarie. Non posso però nascondere un certo stupore per l'attenzione mediatica, perfino nazionale, suscitata dal disservizio". La linea di Palazzo San Giacomo è semplice: il sindaco ha saputo dello stop ai trasporti "per la prima volta, soltanto nella tarda serata" (dell'altroieri) e gli è stato detto che "riguardava un possibile disagio di alcune ore".
La realtà è diversa: ieri tensione alle stelle tra gli staff della comunicazione e nel mirino c'era l'Anm e in particolare la sua pagina Facebook che martedì ha annunciato all'utenza la paralisi del servizio su gomma causa mancanza di gasolio. Palazzo San Giacomo ha chiesto che ogni comunicazione dell'azienda partecipata sia condivisa col Municipio e non piombi all'improvviso via social network, senza alcun tipo di preavviso. E ancora: oggi De Magistris ha evitato ogni tipo di intervista nazionale a rischio "batosta", idem il suo vicesindaco Tommaso Sodano. Il sindaco si è affidato ad un videomessaggio nel quale spara a zero contro "chi ha massacrato Napoli". Il riferimento è al Partito Democratico ma anche ad Ennio Cascetta, ex assessore regionale ai Trasporti, ex pupillo di Antonio Bassolino che oggi dalle colonne de Il Mattino ha sparato ad alzo zero contro la rivoluzione arancione.
L'altra questione politicamente rilevante sono i messaggi di sostegno che ha ricevuto il primo cittadino partenopeo. Il primo è arrivato da Stefano Caldoro, governatore della Regione Campania, ex ministro del governo Berlusconi. Il secondo da Gianni Alemanno, sindaco di Roma e uomo di centrodestra. Cosa stia accadendo è presto spiegato: il PdL ha tutto l'interesse nel tenere in buona salute, in Campania, la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia e "Giggino", unico argine alla vittoria del Partito Democratico sopratutto al Senato. De Magistris per Palazzo Madama in Campania sta giocando una partita cruciale. E nelle prossime ore in tal senso potrebbero esserci importanti novità in casa arancione.