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Elsa Fornero sulla riforma del lavoro: “Per il governo nessuna preclusione”

Il Ministro del lavoro pronto a percorrere “terreni inesplorati”, ma le sigle sindacali non sono disposte a dialogare sull’articolo 18. Per la Cgil si tratta di “una norma di civiltà e di garanzia “.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Ministro del lavoro

La riforma del mercato del lavoro si farà, possiamo starne certi. Si tratta di una delle priorità del governo Monti che riguarderà il rilancio del sistema Paese, la cosiddetta fase 2. Il tema, però, è caldissimo e i sindacati, anche stavolta, non faranno sconti. Il totem che per le Cgil, Cisl e Uil non va toccato è l'articolo 18, quello che disciplina il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo, e che si applica alle imprese che hanno più di 15 dipendenti.

Elsa Fornero: "Non possono esserci terreni inesplorati"

Il governo, però, non dà nulla per scontato. Il Ministro del lavoro Elsa Fornero, in vista del progetto riformatore, ha dato la piena disponibilità al confronto con le parti sociali, ma ha anche fatto sapere che non possono esserci "terreni inesplorati". Un riferimento all'articolo 18? Probabile, anche se la diretta interessata preferisce non sbilanciarsi. Oggi a una domanda precisa sull'articolo 18 ha risposto: "Io non ne ho parlato e le mie parole erano un invito al dialogo. Poi se uno ci legge quello che non era detto, questa non è responsabilità mia". Forse le idee sul da farsi non sono ancora chiarissime. Da una parte la Fornero si mette sulla difensiva, affermando che "il governo non vuole precarizzare nessuno" e che "bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari", dall'altra, però, si dice consapevole che "le cose vanno cambiate" e che non bisogna "avere preclusioni".

Cgil: "Così si recupera il peggio dell'ideologia del governo Berlusconi"

Ma i sindacati, che hanno fiutato la minaccia, non ci stanno: per loro l'articolo 18 non si tocca. La Cgil è sul piede di guerra e, su twitter, accusa il governo Monti di "recuperare il peggio dell'ideologia del governo precedente". Sempre sul social network, il sindacato di Susanna Camusso definisce l'articolo 18 "una norma di civiltà e di garanzia che in fabbrica valgano diritti di cittadinanza e del lavoro per tutti", ricordando anche che "le piccole imprese da anni, pur senza l' art. 18, non assumono se non utilizzando forme precarie". Ecco quindi che si rende necessario un confronto con l'esecutivo su un tema delicatissimo. Sulla stessa lunghezza d'onda viaggia Raffaele Bonanni: "Se si tocca l'articolo 18- ha dichiarato il leader della Cisl- si mette a rischio la coesione sociale e una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi".

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