Elezioni Regno Unito: maggioranza assoluta a Cameron, crollano i laburisti
UPDATE 14.30 – Maggioranza assoluta a David Cameron. Il partito conservatore ha già ottenuto 326 seggi alla Camera dei Comuni, cioè la maggioranza assoluta dell'assemblea. I risultati non sono ancora definitivi ma Cameron, che a questo punto può solo ulteriormente incrementare il bottino, ha già i numeri per formare il governo da solo. “Ho visto la regina e formerò un nuovo governo”, ha detto parlando di fronte a Downing Street. A proposito del futuro della Gran Bretagna in Europa Cameron ha annunciato che ci sarà un referendum. Intanto il successo dei conservatori ha provocato dimissioni a catena. Hanno lasciato i loro partiti Ed Miliband, Nick Clegg e Nigel Farage. Miliband ha annunciato le sue dimissioni da leader del Labour: “La Gran Bretagna ha bisogno di un partito laburista forte ed è tempo che qualcun altro assuma la sua leadership”, ha dichiarato in conferenza stampa. Miliband si è detto molto dispiaciuto per la sconfitta e ha affermato di aver fatto tutto il possibile. Nick Clegg ha annunciato le sue dimissioni da leader dei libdem. Anche lui lo ha dichiarato in conferenza stampa dopo la debacle del suo partito. Clegg ha affermato che la responsabilità per la sconfitta ricade su di lui e che i libdem pagano il prezzo di essere stati al governo. Infine anche Nigel Farage ha annunciato le sue dimissioni da leader dell'Ukip. In conferenza stampa Farage ha inoltre aggiunto che si prenderà l'estate per riposarsi e riflettere se ricandidarsi come leader del partito euroscettico a settembre. Ha quindi sottolineato di aver mantenuto la promessa di dimettersi fatta nei mesi scorsi nel caso in cui non fosse entrato nella Camera dei Comuni e ha detto anche che il partito non ha commesso nessun errore ma è stato penalizzato dal sistema elettorale.
Lo spoglio non è ancora terminato ma il risultato del voto in Gran Bretagna è ormai chiaro. Ha vinto il partito conservatore del premier uscente David Cameron, che soddisfatto ha già rilasciato prime dichiarazioni. “Questa è stata chiaramente una notte molto positiva per i conservatori”, ha detto Cameron affermando di voler “governare per tutti” i sudditi di Sua Maestà. Il leader conservatore ha annunciato che è sua intenzione mantenere unita la Gran Bretagna ma, allo stesso tempo, attuando il più rapidamente possibile la devoluzione della Scozia. “Voglio che la ripresa economica raggiunta tutti nel nostro Paese”, ha aggiunto ancora Cameron. È poi arrivato anche il commento del leader Labour Ed Miliband, che ha parlato di una “notte difficile e deludente” senza nascondere la tristezza per il risultato delle urne che vede arretrare il suo partito rispetto al 2010. Miliband si è anche detto preoccupato dalla “crescita del nazionalismo in Scozia che ci ha travolto”. “Ciò che unisce è molto di più di quanto ci divide”, ha scritto su Twitter ringraziando gli iscritti e i sostenitori.
I risultati del voto in Gran Bretagna – Le ultime proiezioni affidano al partito conservatore di David Cameron la maggioranza di fatto dei seggi del parlamento di Westminster: 325 seggi su 650, compreso quello dello speaker, che tradizionalmente non partecipa alle votazioni. I conservatori potrebbero governare con un governo di minoranza il paese, contando sull'appoggio esterno dei Lib-Dem o degli unionisti nordirlandesi. Disastroso il risultato del Labour, praticamente sparito dalla Scozia e che non avanza in Inghilterra e Galles, mentre i liberal-democratici pagano l'alleanza di governo con i conservatori e si avviano ad avere 12 seggi. Le ultime proiezioni con oltre metà delle schede scrutinate danno ai Tories 325 seggi, 232 al Labour, 12 ai Lib-Dem, 56 ai nazionalisti scozzesi dell'Snp, tre ai gallesi del Plaid Cymru, due all'Ukip, uno ai verdi a 19 ad altre formazioni. Le consultazioni più incerte degli ultimi anni in Gran Bretagna hanno chiamato alle urne quasi 50 milioni di cittadini per rinnovare i 650 seggi della Camera dei Comuni. La vittoria netta di Cameron ha smentito tutti i sondaggi della vigilia che lo vedevano testa a testa con i laburisti.