Elezioni politiche: come andò a finire nel 2013
Domenica 4 marzo gli elettori italiani saranno richiamati al voto per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. La diciassettesima legislatura, iniziata nel 2013, si è chiusa dopo cinque anni e dal febbraio del 2013 le forze in campo sono cambiate, con scissioni, nascita di nuovi movimenti politici, divisioni e scomparsa di altri soggetti protagonisti di quel voto. Ma come andò alle urne il 24 e il 25 febbraio del 2013 (allora si votò in due giorni, stavolta si voterà in un’unica giornata)?
Si votò con il cosiddetto Porcellum, la legge elettorale creata da Roberto Calderoli allora in vigore. Si trattava di un sistema proporzionale corretto con premio di maggioranza. Il premio veniva assegnato sulla base dell’intero territorio nazionale alla Camera e sulla base della singola circoscrizione (ovvero una regione) al Senato. Alla Camera la legge prevedeva che la coalizione (o lista) che otteneva la maggioranza dei voti e non raggiungeva però i 340 seggi avesse una quota in più di seggi (per raggiungere quota 340). Al Senato questo criterio (ma applicando la quota al 55% dei seggi) veniva applicato su base regionale. Il Porcellum prevedeva inoltre l’indicazione di un capo politico per ogni coalizione.
La coalizione che prese più voti fu quella del centrosinistra, denominata Italia Bene Comune e guidata da Pier Luigi Bersani. Alla Camera raccolse il 29,5% dei consensi, al Senato il 31,6%. Dietro arrivò il centrodestra con il 29,1% alla Camera e il 30,7% al Senato. Ma il partito più votato, almeno a Montecitorio, fu il MoVimento 5 Stelle con il 25,5% dei voti: dietro il Pd (25,4%) e il Popolo della Libertà (21,5%). Al Senato, invece, guidò il Pd con il 27,4%, seguito da M5s (23,7%) e PdL (22,3%).
Se andiamo a vedere la coalizione di centrosinistra, al suo interno c’era anche Sel, poi divenuta Sinistra Italiana, che prese il 3,2% alla Camera e il 2,9% al Senato. Nel centrodestra, invece, la Lega raccolse il 4% alla Camera e il 4,3% al Senato. Fratelli d’Italia si fermò all’1,9% in entrambi i rami del Parlamento. La coalizione a sostegno di Mario Monti, formata da Scelta Civica e Unione di Centro, prese invece il 10,5% alla Camera e il 9,1% al Senato. Tra le coalizioni troviamo anche Rivoluzione Civile di Antonino Ingroia al 2,2% alla Camera e le liste di CasaPound (0,14%) e Forza Nuova (0,26%).
Il voto del 2013 regione per regione
Partendo dal Nord, ci fu un risultato molto vicino tra i contendenti in Piemonte: il centrosinistra arrivò al 29,8% dei voti, contro il 29,3% del centrodestra e il 25,7% del M5s. Meno equilibrio in Lombardia, dove il centrodestra raccolse il 37,6%, il centrosinistra il 29,7% e il M5s il 17,4%. In Trentino Alto Adige netta affermazione del centrosinistra con il 50,6%: poi il centrodestra al 16,3% e il M5s al 15,1%. Al contrario, in Veneto stravinse il centrodestra con il 32,9%. Poi il centrosinistra al 25% e il M5s al 24,6%. Vittoria di misura per il centrosinistra in Friuli Venezia Giulia (29,3%) e anche in Liguria, dove il M5s ottenne il 30,3% pur rimanendo a 3 punti dal centrosinistra.
Dominio del centrosinistra nelle regioni considerate rosse: in Emilia Romagna trionfo con il 42,1%, in Toscana con il 43,5%, in Umbria con il 37,6%. In questi casi lontani sia il centrodestra (tra il 21% e il 25%) che il MoVimento (tra il 22,7% e il 25%). Exploit del M5s nelle Marche, con il 30,3% dei voti, ma pur sempre dietro al centrosinistra (33,2%).
Passando al Centro Italia, nel Lazio il centrosinistra si affermò con il 32,3% dei voti, contro il 29% del centrodestra e il 25,9% del M5s. Serrata la lotta in Abruzzo con il centrodestra al 29,6%, seguito da M5s al 28,4% e centrosinistra al 28,1%. In Molise prevalse di pochissimo il centrosinistra (30,3%) sul centrodestra (30,1%), più indietro il MoVimento al 26,6%.
Al Sud i risultati furono diversi rispetto a quelli delle altre zone d’Italia. In Campania arrivò una netta affermazione del centrodestra (37,4%) su centrosinistra (29%) e M5s (20,7%). In Puglia ancora vittoria del centrodestra con il 34,4% dei voti, sei punti in più del centrosinistra e dieci in più del M5s. In Basilicata trionfò il centrosinistra con il 36,7%, davanti a centrodestra al 25,3% e M5s al 22,9%. In Calabria e Sicilia affermazioni del centrodestra con oltre il 33% dei consensi. Buon risultato in Calabria per il centrosinistra (31,7%) e in Sicilia per i Cinque Stelle (29,5%). Infine, in Sardegna la prima coalizione fu il centrosinistra con il 31,7%, ma seguito da vicino dal MoVimento al 28,7%.