Elezioni politiche: anche Prodi voterà per Casini
Romano Prodi non ha dubbi: alle prossime elezioni politiche nel suo collegio di Bologna voterà per Pier Ferdinando Casini, candidato nella coalizione a guida Pd. Non basta la sua amicizia per il candidato di Liberi e Uguali Vasco Errani né la provenienza politica – tutt’altro che di sinistra – di Casini per convincere l’ex presidente del Consiglio a ‘tradire’ la coalizione che ha più volte detto di voler sostenere. “Sono amico di entrambi – riferisce Prodi in un colloquio con la Repubblica -. E certo, sono amico di Errani. Lo stimo, gli voglio bene. Ma fuori dalla coalizione dove andiamo a finire? Dove vanno a finire?”, risponde a una domanda nel merito sul suo voto.
Prodi continua a guardare alla coalizione di centrosinistra come suo riferimento per il voto del 4 marzo e come già detto ieri il suo appoggio non può che andare al Pd e a chi lo sostiene. “È ovvio che guardo alla coalizione. Io sono da sempre quello della logica di coalizione. E, quindi, dico che Liberi e Uguali in questo momento non è per l'unità del centrosinistra. Mentre Renzi e il gruppo che gli sta attorno, il Pd e chi ha fatto gli accordi con il Pd, lo sono”.
Prodi attacca Renzi sulla composizione delle liste elettorali: “Quando parlo di coalizione, non tocco minimamente il tema di come sono fatte le liste. Non c’è dubbio che la gestione delle candidature non è andata bene. E sì, è vero, Renzi non ha aiutato l’unità, diciamo che non è stato il massimo”. E aggiunge, ancora, che non sa “se voterò Pd, devo decidere. Non so chi tra loro sceglierò, lo dirò tra qualche giorno o forse non lo dirò affatto…”. In ogni caso Prodi è preoccupato dall’esito del voto: “Non sono ottimista sul risultato”, dice aggiungendo un’altra critica a LeU: “Se fossero rimasti nel partito oggi il Pd sarebbe diverso. Chi sta fuori da questa logica non è per l’unità, non c’è dubbio su questo”, ribadisce.
Le parole di Prodi sul voto a Casini suscitano polemiche e commenti, soprattutto dentro Liberi e Uguali. Laura Boldrini, presidente della Camera, sostiene che questa scelta “sarebbe singolare”: “Non dobbiamo legarci ai vecchi schemi ma dobbiamo ricordare chi è stato Casini e cosa è stato il Pd. Non è mai stato di sinistra, è una persona rispettabilissima, ma mai espressione del Pd; è stato anche con Berlusconi”.