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Elezioni in Turchia, quattro italiani fermati ai seggi dalla polizia

La polizia turca ha fermato 10 cittadini stranieri che stavano svolgendo attività di osservazione elettorale indipendente nel sud-est del Paese. Tra loro 4 italiani, 3 francesi e 3 tedeschi.
A cura di Annalisa Cangemi
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In occasione delle elezioni anticipate in Turchia, le autorità turche hanno fermato 10 cittadini stranieri che stavano svolgendo attività di osservazione elettorale indipendente nel sud-est del Paese. Tra loro 4 italiani, 3 francesi e 3 tedeschi. Tre degli italiani sono stati fermati a Diyarbakir, principale città del sud-est curdo: gli attivisti sarebbero stati rilasciati. I fermati sono stati sottoposti a controlli di polizia, che li ha accusati di aver svolto attività ai seggi senza regolare accredito elettorale. Non è chiaro invece se sia stata rilasciata l'osservatrice indipendente italiana fermata durante un controllo stradale nella provincia di Batman. I tre cittadini francesi invece sono stati arrestati ad Agri, nell'Est della Turchia, per aver tentato di introdursi in un seggio e votare per il partito filo curdo Hdp.

Le urne per le elezioni presidenziali e parlamentari anticipate, si concluderanno alle 17:00 (le 16:00 in Italia): sono chiamati al voto quasi 60 milioni di aventi diritto negli oltre 180 mila seggi distribuiti in tutte le 81 province del Paese. Il voto all'estero, che riguarda oltre 3 milioni di persone, si è concluso martedì scorso, con un'affluenza record del 48,7%. Si elegge per la prima volta un capo dello Stato con i nuovi poteri esecutivi attribuiti dal referendum sul presidenzialismo dello scorso anno. Per l'uscente Recep Tayyip Erdogan, al potere da 15 anni, lo sfidante principale è il socialdemocratico Muharrem Ince del socialdemocratico Chp, che punta a costringerlo al ballottaggio tra due settimane. Per essere eletto al primo turno Erdogan avrà bisogno della maggioranza assoluta. "L'affluenza sembra buona. Al momento ha già superato il 50% – ha commentato Erdogan dopo aver votato al suo seggio di Uskudar, sulla sponda asiatica della metropoli sul Bosforo – Questo mostra quanta democrazia c'è in Turchia. Finora non c'è stato alcun problema serio ai seggi. Il periodo che verrà sarà molto migliore dell'oligarchia burocratica" attuale, ha detto poi, riferendosi all'entrata in vigore del nuovo sistema presidenziale. "La Turchia sta vivendo una rivoluzione democratica. Credo che la partecipazione sia alta anche per questa percezione".

In realtà sono già diverse le denunce che stanno arrivando in queste ore per  presunte irregolarità: la Commissione elettorale suprema della Turchia (Ysk) ha avviato procedure "amministrative e penali" per verificare il contenuto di video diffusi stamani sui social network che mostrano alcuni elettorali che inserivano più schede nelle urne a Suruc, nel sud-est del Paese a maggioranza curda, al confine con la Turchia. "Le iniziative necessarie" sono già state prese, ha assicurato il presidente dell'Ysk, Sadi Guven. Nella stessa località, 3 persone sono state fermate dalla polizia dopo che nella loro auto sono state ritrovate numerose schede elettorali mentre cercavano di entrare in un seggio. Proprio a Suruc si era verificato nei giorni scorsi il più grave episodio di violenza in campagna elettorale, con l'uccisione di 4 persone in uno scontro a fuoco tra gruppi rivali.

Muharrem Ince, ha intanto lanciato ai suoi sostenitori un appello a "non abbandonare i seggi" per evitare il rischio di brogli. Il candidato del socialdemocratico Chp ha chiesto di restare fino alla firma ufficiale dei verbali elettorali, nel timore di manipolazioni che potrebbero verificarsi anche dopo lo spoglio iniziale.

Per i 600 seggi da assegnare nel nuovo Parlamento sono in corsa 8 partiti. Cruciale sarà appunto il voto curdo: se l'Hdp supererà la soglia di sbarramento del 10%, Erdogan potrebbe perdere la maggioranza assoluta.

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