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Omicidio Giulio Regeni

Elezioni europee, Roberto Fico: “Orban fa politica anti europeista e anti italiana”

Il presidente della Camera Roberto Fico intervenendo al Festival della Tv e dei nuovi media, ha risposto alle domande del direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini: “La Libia non è un porto sicuro, non è uno Stato sicuro. È gestita da mercenari. Pensare che sia un porto sicuro è una boutade enorme”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Io sono convinto che Orban faccia una politica non solo anti europeista ma anche anti-italiana. Quindi non sposo in alcun modo l'idea di quel tipo di politica: la politica che noi dobbiamo fare è di fermezza su alcuni punti, di gestione vera del fenomeno delle migrazioni, che sia elaborato a livello europeo con i partner che vogliono partecipare anche a una condivisione degli oneri e dei problemi". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico intervenendo a Dogliani, in provincia di Cuneo, al Festival della Tv e dei nuovi media, dove è stato intervistato dal direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini. Ieri Matteo Salvini è stato in Ungheria, in visita dal presidente ungherese Viktor Orban, di cui ha lodato le politiche migratorie, e in particolare il muro anti-migranti.

"Soprattutto – ha aggiunto il pentastellato Fico – noi siamo una Repubblica solidale, la solidarietà è un tratto distintivo dell'Italia". A chi gli chiedeva poi delle diverse posizioni all'interno del Governo, il presidente Fico ha risposto: "Sono in un contratto di governo e si deve andare in quella direzione del contratto, senza altro. Ma, infatti in Europa si va da soli, ognuno per conto suo".

E ancora, parlando delle stragi di migranti nel Mediterraneo, che potrebbero intensificarsi nei prossimi mesi, a causa della situazione di tensione in cui versa il Paese nordafricano: "La Libia non è un porto sicuro, non è uno Stato sicuro. È gestita da mercenari. Pensare che sia un porto sicuro per un cittadino che scappa da un altro Stato per fame, per guerra o per la desertificazione è una boutade enorme".

Il presidente della Camera è poi intervenuto sul caso Regeni: "Sulla morte di Giulio Regeni lo Stato egiziano ha depistato, e lo ha fatto anche molto male. L'omicidio è nato dentro gli apparati dello Stato egiziano, questo e' chiaro. Come ho detto ad Al Sisi, uno Stato che vuol essere autorevole e riconosciuto a livello internazionale deve per forza fare verità su se stesso. L'Italia non abbandona la ricerca della verità Camera, Senato, governo e Procura: siamo tutti uniti nel chiedere la verità, fino in fondo".  Nei giorni scorsi la Camera ha infatti approvato l'istituzione di una commissione d'inchiesta per far luce sulla morte del ricercatore friulano.

Ha risposto poi ai giornalisti sulla possibile chiusura di Radio Padania e Radio Radicale: "Non posso garantire perché sono cose che afferiscono al governo. Io posso garantire che sono convinto che nel nostro Paese c'è e ci sarà sempre la libertà di stampa, di pensiero e di espressione perché è un nostro articolo della Costituzione che è intoccabile. Nessuno l'ha mai messo in discussione".

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