Elezioni europee, Nicola Zingaretti presenta i candidati del Pd: “La nostra lista è l’unica novità”
Il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha presentato la lista dei candidati del suo partito alle elezioni europee 2019, alleato con Siamo Europei, il manifesto lanciato dall'ex ministro Carlo Calenda. "Se è vero come è vero che la democrazia in Italia e in Ue è in pericolo, la parola d’ordine è unità. Dobbiamo combattere uniti", ha detto Zingaretti. "La nostra lista unitaria è l'unica novità", ha continuato poi il segretario dem, spiegando che "la lista è composta da donne e uomini diversi, da esperienze civiche, da esperienze diverse, uniti da una idea di futuro".
Alla conferenza stampa tenutasi al Tempio di Adriano a Roma erano presenti anche i candidati della lista unitaria, tra cui Carlo Calenda, Giuliano Pisapia, Caterina Chinnici e Pietro Bartolo. Diversi, quindi, anche i temi trattati, da scienza e ricerca ad accoglienza, legalità e lotta alla mafia. L'apertura di Zingaretti ha preso presto la forma di un attacco all'esecutivo: "C'è un governo che ha oltre il 60% del consenso parlamentare ed è paralizzato su tutto per interessi di partito. Quello che deve finire è questo equivoco, questa finta lotta che serve a ingannare gli italiani. Il governo gialloverde sta distruggendo il paese e c'è una alternativa che stiamo costruendo e siamo noi".
Il primo a prendere la parola è stato il fisico Roberto Battiston, che si è concentrato sul problema migratorio che affligge l'Italia: "Ogni anno 300mila persone lasciano questo paese per andare a cercare fortuna all'estero, è una città delle dimensioni di Catania. Noi ci stiamo concentrando su qualche barcone che arriva sulle nostre coste e stiamo dissanguando il nostro Paese".
È stata poi la volta di Carlo Calenda. "È arrivato il momento di mettersi i guantoni e da qui alle europee fare una battaglia casa per casa per dire che l'Italia seria, che lavora, che produce oggi non ha nessuna rappresentanza", ha affermato l'ex ministro allo Sviluppo Economico. "Ogni giorno vediamo uno spettacolo fatto di liti sul nulla dove l'interesse nazionale scompare. A Salvini che fa sfoggio di nazionalismo dico prima l'Italia, certo, ma prima l'Italia seria, che si presenta in Europa". L'alleato di Siamo Europei si è poi soffermato sulle differenze con Zingaretti, messe però da parte di fronte alla necessità di fare fronte unico per le elezioni: "Io con Nicola ho storie diverse ma sono con lui fino alla fine in questa battaglia, non è più accettabile dividerci su tutto, loro vincono non perché sono forti ma perché siamo deboli noi. Dobbiamo levarci la sintesi degli sconfitti, è passato un anno, abbiamo preso calci da chiunque e ora è arrivato il momento di mettere i guantoni".
L'intervento di Giuliano Pisapia si è concentrato invece sulla necessità, presente e futura, di far riferimento all'Europa: "Dobbiamo vincere insieme una sfida epocale che riguarda anche le nuove generazioni. Dobbiamo essere capaci di guardare oltre perché solo insieme faremo quei passi indispensabili per cambiare l’Europa. Dobbiamo dire la verità sull’Europa, che ha fatto dei passi avanti e dei passi indietro, che ci sono luci e ombre ma che senza l’Europa l’Italia non va da nessuna parte".
È quindi toccato a Caterina Chinnicci, magistrato come il padre Rocco, assassinato da Cosa Nostra: "Dobbiamo essere presenti e lavorare per dare quella credibilità che l'Italia merita. In questi anni ho lavorato sui temi della legalità, dei diritti, della lotta alla mafia e noi a Castelvetrano eravamo presenti per mettere la faccia di chi vuole contrastare la mafia".
Anche Franco Roberti, magistrato ed ex procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, ha parlato di criminalità organizzata: "Le mafie sono fenomeni transnazionali, ci vuole più Europa, più cooperazione internazionale. Vogliamo far affermare e conoscere in Europa che le mafie non sono una maledizione del padreterno, sono fenomeni che possono essere ben contrastati". E per fare questo, secondo Roberti, è necessario battersi per un'Europa più unita senza lasciare, allo stesso tempo, Matteo Salvini come unico responsabile della sicurezza, un tema che dovrebbe invece riguardare tutti.
In conclusione Pietro Bartolo, medico che da anni si prende cura dei migranti che sbarcano a Lampedusa, ha espresso il suo sdegno per come Roma sta gestendo la questione immigrazione. "L'Italia è un grande paese e non è quello rappresentato da chi ci governa, un'Italia cattiva, che respinge queste persone che sono come noi. Mi vergogno, dovremmo vergognarcene tutti, anche l'Europa. Persone innocenti che non hanno fatto nulla di male, che chiedono aiuto perché scappano dalle loro case costretti dalle guerre, dalla fame, dalla miseria. Noi li abbiamo colonizzati, schiavizzati, derubati, gli abbiamo tolto tutto e adesso che chiedono aiuto chiudiamo i porti". Il problema, ha concluso Bartolo, è che "qualcuno ne va anche fiero".