Elezioni europee 2019, indagata capolista 5S Mariangela Danzì. Movimento: “Indagine irrilevante”
Ieri sera si è concluso il terzo turno delle europarlamentarie, che ha dato il via libera alle cinque capolista. La capolista del M5S alle Elezioni europee 2019 nella circoscrizione Nord Ovest, Mariangela Danzì risulta indagata dalla procura di Brindisi, in concorso con tecnici comunali e dell'autorità portuale: nell'inchiesta, aperta nel 2019, condotta dal pm Raffaele Casto, sono coinvolti il presidente dell’Autorità portuale Ugo Patroni Griffi, Francesco Di Leverano, dirigente dell'Autorità portuale, il direttore dei lavori Gianluca Fischetto, il dirigente comunale Fabio Lacinio, e i funzionari comunali Antonio Iaia e Teodoro Indini. L'ipotesi di reato è "invasione di terreni pubblici", che la candidata pentastellata avrebbe commesso mentre ricopriva il ruolo di subcommissario prefettizio del Comune pugliese, durante il processo per il rilascio delle autorizzazioni delle barriere utilizzate dall'Autorità portuale, per delimitare la zona doganale che si trova accanto al lungomare cittadino.
L'opera, che poi venne considerata abusiva dalla giunta Carluccio, fu poi autorizzata dalla gestione commissariale di Santi Giuffrè, tra il 2017 e il 2018. La giunta, caduta due anni fa per le dimissioni di 17 consiglieri, aveva puntato il dito contro la recinzione chilometrica, ordinando lo stop ai lavori, il ripristino dei luoghi e lo smontaggio della parte già realizzata perché occupava terreni comunali. A quel punto l'Autorità portuale aveva impugnato il provvedimento al Tar di Lecce, e il Comune si era costituito in giudizio. La subcommissaria Danzì partecipò poi a una riunione tecnica, che portò a una conciliazione tra le parti che prevedeva la sostituzione delle barriere.
La candidata alle Elezioni europee 2019 al momento non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, ma il suo nome si legge in un avviso a comparire destinato a un altro indagato. Il M5s ha fatto sapere di non voler ritirare Danzì dalla corsa per le elezioni europee di maggio, in quanto il suo coinvolgimento sarebbe in una "indagine irrilevante". Oggi il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è tornato sulla questione: "Il M5S, non io, ha fatto le sue valutazioni e ha verificato che si tratta di una situazione che non crea nessun problema di incompatibilità, né tanto meno mette a rischio una candidatura, che dal mio punto di vista è una buona candidatura". E ancora: "Io non mi esprimo su nessuna indagine in corso, ma posso dire che come M5S abbiamo portato avanti una politica che porta le forze politiche a verificare di cosa si tratta quando c'è una vicenda giudiziaria, per capire se ci sono incompatibilità. Quando sono emerse situazioni incompatibili o rischi di incompatibilità, noi siamo subito intervenuti, anche durante le indagini".