Elezioni amministrative 2011: le reazioni della politica
Potremmo definirlo, senza esagerare, un terremoto. Quello che si è verificato in occasione delle elezioni amministrative 2011 ha dell'insolito specialmente se si considerano le città dove il piatto era piuttosto ghiotto. Partiamo da quello che nelle ultime settimane è diventato l'ombelico del mondo della politica, ovverosia Milano. Proprio qui, il premier ha dato vita ad una campagna elettorale in cui ha messo la faccia, ha invitato i milanesi a dimostrare il loro appoggio al Governo e a votare per Letizia Moratti. Ma l'appoggio è sorprendentemente mancato e Berlusconi che a Milano ha cominciato il suo cammino verso Roma, si è chiuso nella sua torre d'avorio in un silenzio che non gli si confà.
Sembra lontana anni luce la spavalderia con la quale arringava la folla assicurando il passaggio al primo turno della Moratti, che invece deve arrendersi al risultato e confrontarsi per il ballottaggio il prossimo 29 e 30 maggio con Giuliano Pisapia (48%). Chi ha parlato con Berlusconi nelle ultime ore riferisce di un uomo amareggiato, deluso e sorpreso, a lavoro con Verdini per analizzare i dati e scegliere quella che sarà la strategia dei prossimi 15 giorni. Soltanto negli ultimi minuti si è lasciato andare a una dichiarazione: "Inutile girarci intorno. Non era il risultato che ci aspettavamo, specie a Milano. Ora il partito dovrà lavorare duro per rimontare. Il governo non c’entra, parlerò con Bossi, ma l’alleanza con la Lega è fuori discussione. D’altra parte non ha vinto da nessuna parte il Terzo polo, ma solo una sinistra radicale e giustizialista. Un’accozzaglia di uomini e partiti che possono vincere in un Comune, ma non potranno mai guidare il Paese."
Altra storia per il suo avversario, Bersani, che nel corso della conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di ieri ha parlato di chiarezza dei risultati e di una certezza "Vinciamo noi e perdono loro". La vittoria al primo turno di Merola a Bologna, così come quella di Fassino a Torino, l'exploit di Pisapia a Milano, sono una base solida da cui partire e su cui lavorare, perchè a detta del segretario del Pd l'esito di queste elezioni mostrao un "governo in bilico" e poi :"Lo schieramento di centrosinistra, di cui il Pd è fondamentale protagonista, mostra la capacità di innestare una nuova fase. Il vento del Nord si è alzato contro il blocco Pdl-Lega. […] In questa campagna elettorale noi abbiamo parlato delle questioni che interessano agli italiani, di lavoro soprattutto. E abbiamo lasciato l’estremismo a Berlusconi. Ci ha voluto lanciare una sfida, che per lui si è rivelata un boomerang".
Euforico anche Vendola, che non manca di precisare, specialmente su Milano e Napoli, per il leader di SEL due sono le lezioni che occorre apprendere da queste elezioni: "La prima è legata all´insopportabilità del berlusconismo nella sua fase agonizzante. E’ una sorta di disobbedienza civile a una democrazia autoritaria. L' altra lezione è per il centrosinistra: quando l' offerta di cambiamento è credibile, la gente si rincuora e ti vota. Ma quando il centrosinistra si immerge nella palude, allora prevale lo scoramento e per la nostra coalizione è una sorta di coazione al naufragio. Nell'urna vincono Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli: il Pd è posto di fronte alle proprie responsabilità, non potrà fare finta di niente." Infine conferma il suo appoggio a Pisapia e a De Magistris impegnato nel ballottaggio con Lettieri a Napoli.
Sempre più ago della bilancia il terzo polo e Casini che fa sapere: "Ora non faremo sconti a nessuno". Il leader dell'Udc dice che nelle città dove andrà in scena il ballottaggio si provvederà ad un confronto dei programmi a margine del quale, volta per volta, si deciderà con chi allearsi. Saldo sulla sua posizione casini conferma che creare alleanze, in questo momento, per il suo partito è tutt'altro che necessario. A scrutinio ancora in corso, Casini, Fini e Rutelli, leader del terzo polo, avevano fatto sapere "E' evidente che senza il Terzo Polo non si governa, non tanto e solo in termini numerici quanto e soprattutto in termini politici, perché la soluzione dei problemi dei cittadini non può essere affidata a coalizioni condizionate da radicalismi ideologici e populisti."
E infine, la Lega, nella conferenza stampa del pomeriggio Carderoli e Castelli hanno cercato di limitare i danni, spostando il focus sui piccoli centri piuttosto che negli appuntamenti cruciali mentre Bossi ha semplicemente detto di essere estremamente stupito e deluso dal risultato di Milano. Le riunioni nella sede del partito di Milano sono andate avanti fino a notte fonda mentre secondo alcune fondi tra il leader del Carroccio e Berlusconi ci sarebbe stato soltanto "una gelida telefonata".
In uno stravolgimento generale rispetto ai risultati attesi, chissà quale sarà la strategia che il centrodestra metterà in atto dopo questa cocente sconfitta.