Elezione del Presidente della Repubblica: ecco i numeri in Parlamento
Come noto, con le dimissioni di Giorgio Napolitano è avviata la procedura che porterà il Parlamento ad eleggere il nuovo Capo dello Stato. Il 29 gennaio, alla Camera dei deputati, si terrà dunque la seduta comune dei parlamentari e dei delegati regionali per la scelta del nuovo inquilino del Quirinale. Ricordiamo inoltre che, ad eleggere il Presidente della Repubblica saranno 1009 grandi elettori: i 630 deputati, i 315 senatori, i 6 senatori a vita e i 58 delegati regionali; ovviamente, i candidati devono aver compiuto 50 anni e “godere dei diritti civili e politici”, come recita l’articolo 84 della Costituzione.
Non c’è un limite temporale entro cui il Parlamento deve eleggere il Presidente della Repubblica, ma solo indicazioni sui quorum: nei primi tre scrutini è infatti necessario che il candidato ottenga la maggioranza dei due terzi (673 voti), mentre dal quarto scrutinio in poi basterà la maggioranza assoluta (505 voti). A questo punto diventa fondamentale capire quali sono gli equilibri “numerici” all’interno del Parlamento (precisiamo che non è ancora chiarissima la ripartizione dei delegati regionali, che da calcoli approssimati abbiamo attribuito in questo modo: 30 Pd, 3 Sel, 15 Fi, 5 Lega, 5 Udc – NCD).
Sommando dunque deputati, senatori e delegati regionali il quadro è questo:
Provando ora a raggruppare queste cifre per "eventuali" alleanze politiche (con qualche approssimazione dovuta alle scelte "individuali" di singoli senatori ed escludendo dal computo i senatori a vita ed i gruppi "frammentati"), ecco cosa viene fuori:
Insomma, appare chiaro come la maggioranza guidata dal Presidente del Consiglio abbia ampiamente i numeri per eleggere in autonomia il Presidente della Repubblica dopo il terzo scrutinio. Allo stesso modo, non è chiaro il perché Renzi abbia insistito sull'elezione "al quarto scrutinio", dal momento che un eventuale "accordo" con Forza Italia potrebbe contare su una maggioranza che supera ampiamente i due terzi. Paradossalmente, anche un'eventuale intesa limitata a Pd e Movimento 5 Stelle avrebbe i numeri per garantire un'elezione al quarto scrutinio. Franchi tiratori permettendo, ovviamente.