Elena Ceste, per i giudici Buoninconti potrebbe uccidere ancora
Michele Buoninconti sarebbe pericoloso. È quanto ritengono i giudici del Tribunale del Riesame che hanno deciso che l’uomo sospettato di aver ucciso la moglie Elena Ceste debba rimanere in carcere. “Sussiste un concreto ed elevato pericolo – scrivono i giudici nelle motivazioni – che l'indagato, qualora in libertà, possa commettere ulteriori reati della stessa specie”. Michele Buoninconti sarebbe pericoloso perché “a prescindere dall'individuazione puntuale di quello che può essere stato l'incipit che ha scatenato” l'omicidio, vi è stata “una aggressione di violenza inaudita, contro una donna indifesa, da parte di chi, più di ogni altro avrebbe dovuto offrirle garanzie di cura e protezione”. Secondo i giudici “ciò che imprime decisiva gravità al fatto è l'avere ucciso la propria moglie, madre dei propri figli, deprivati con tale condotta della loro primaria figura genitoriale”.
Omicidio di Elena Ceste: per il Riesame non fu premeditato
Nei confronti del marito di Elena Ceste è stata comunque esclusa l’aggravante della premeditazione. Il suo, dunque, sarebbe stato un delitto impulsivo. Quella di Buoninconti – si legge nelle motivazioni – è stata “un'azione impulsivamente rivolta verso la persona offesa, una reazione improvvisa e violenta piuttosto che un'ideazione criminosa rimasta ferma e irrevocabile da una sua pretesa pregressa insorgenza, di cui non v'è traccia”. Michele Buoninconti, vigile del fuoco di 44 anni, è stato arrestato il 29 gennaio scorso con l’accusa di aver ucciso la moglie Elena Ceste e di averne nascosto il cadavere nel greto del Rio Mersa a 800 metri dalla loro abitazione in frazione Motta di Costigliole d'Asti. Elena Ceste, 37enne madre di 4 figli, era scomparsa la mattina del 24 gennaio 2014 dalla sua abitazione. Il suo corpo è stato ritrovato per caso solo lo scorso ottobre. L’uomo ha sempre respinto ogni accusa.