Elena Ceste, gli avvocati del marito: “Buoninconti non ha ucciso, va assolto”
Michele Buoninconti va assolto perché il fatto non sussiste. È questa la richiesta degli avvocati dell’ex vigile del fuoco arrestato lo scorso gennaio con l’accusa di omicidio e occultamento del cadavere della moglie Elena Ceste. La donna scomparve dalla sua abitazione di Costigliole d’Asti il 24 gennaio del 2014 e il suo corpo è stato ritrovato solo dopo nove mesi in un canale poco distante. Nella precedente udienza del processo, a porte chiuse e con rito abbreviato, in corso ad Asti l’accusa ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere per Buoninconti, i suoi avvocati nell’ultima udienza hanno chiesto invece l’assoluzione. “L’omicidio non c’è stato, mancano le prove che Elena sia stata uccisa”, ha detto l’avvocato Giuseppe Marazzita, che difende Buoninconti insieme al collega Enrico Scolari. “Ho chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste”, ha aggiunto l’avvocato secondo cui Elena Ceste “era in stato di deficienza psichica e quindi poteva compiere atti autolesionistici, come per altro sostenuto dallo stesso consulente del pm”. Mancherebbero secondo la difesa, che ha parlato di sospetti e illazioni, le prove che la mamma di Costigliole d’Asti sia stata uccisa. L’avvocato Scolari ha inoltre spiegato di aver portato in aula “argomentazioni tecniche e una diversa chiave di lettura della vicenda”.
La sentenza forse il 4 novembre – All’udienza di ieri ad Asti era presente Buoninconti, che è l’unico imputato per la morte di Elena Ceste. L’uomo è arrivato in aula accompagnato dalla polizia penitenziaria dal carcere di Verbania, dove è detenuto. In aula c’erano anche i genitori di Elena Ceste, Franco e Rita, insieme ai loro legali. Al suo arrivo Buoninconti ha salutato con un cenno della mano i suoceri che però non hanno ricambiato il gesto. Il processo è stato aggiornato al 4 novembre, quando sono previste le repliche del pm, della difesa e forse già la sentenza.