Election Day il 26 maggio: si voterà lo stesso giorno per le europee e le amministrative
Il 26 maggio è la data annunciata da tempo per le elezioni europee. L’ipotesi di un election day, una giornata unica in cui chiamare i cittadini al voto anche per le elezioni amministrative, era nell’aria da tempo, ma ora è stata confermata dal Consiglio dei ministri. Che ieri sera, su proposta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha “individuato nel prossimo 26 maggio la data per lo svolgimento delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Contestualmente si è comunicato che nella medesima data si svolgeranno le consultazioni le consultazioni per l’elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, nonché per l’elezione dei consigli circoscrizionali da tenersi nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno”.
Il governo proporrà la data del 26 maggio al presidente della Repubblica, che “indirà con proprio decreto i comizi elettorali”. Il Consiglio dei ministri ha, di conseguenza, stabilito che la giornata per gli eventuali ballottaggi sarà quella del 9 giugno 2019. Sempre per la stessa giornata del 26 maggio è prevista anche un’altra elezione, quella dei membri suppletivi della Camera. “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro dell’Interno Matteo Salvini, a seguito della comunicazione del presidente della Camera dei deputati delle dimissioni dei deputati Maurizio Fugatti e Giulia Zanotelli, eletti entrambi nella XXVIII Circoscrizione Trentino-Alto Adige, rispettivamente nel collegio uninominale n. 04 (Trento) e n. 06 (Pergine Valsugana – TN), ha individuato nel prossimo 26 maggio la data per lo svolgimento delle elezioni suppletive. Il Governo proporrà pertanto tale data al presidente della Repubblica, che indirà con proprio decreto i comizi elettorali”.
Le elezioni amministrative del 26 maggio: dove si vota
Il 26 maggio saranno chiamati al voto più di 3.800 comuni, per un totale di circa 17 milioni di elettori, circa un terzo della popolazione italiana. Molti i capoluoghi di provincia in cui si voterà: tra i più grossi ci sono Bari, Firenze, Perugia, Livorno. Questa la lista dei principali capoluoghi di provincia chiamati al voto: Campobasso, Potenza, Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Forlì, Cesena, Cremona, Ferrara, Foggia, Lecce, Moderna, Pavia, Pesaro, Urbino, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia. Tra le maggiori città chiamate al voto, in venti governa attualmente il centrosinistra, come succede a Bari con Antonio Decaro e a Firenze con Dario Nardella. Giunte uscenti di centrodestra, invece, a Perugia con Andrea Romizi e a Potenza con Dario De Luca. A Livorno il sindaco uscente è invece Filippo Nogarin, del Movimento 5 Stelle. Sono in totale tredici i comuni chiamati al voto con più di 100mila abitanti.