Egitto, scoperte decine di mummie animali: ma qual era il loro vero significato?
Gli antichi egizi avevano un fortissimo legame con la natura e, in particolar modo con gli animali. Ogni divinità possedeva un animale sacro che veniva raffigurato, solitamente, con il corpo di uomo. Dell’importanza di questo aspetto della vita religiosa nell'Antico Egitto si è tornato a parlare in questi giorni grazie all'ufficializzazione di una scoperta fatta dagli archeologi nelle necropoli di Saqqara: decine di tombe di animali fra i più diversi fra loro, alcune delle quali davvero stupefacenti. Ma qual è il significato nascosto dietro queste antiche e misteriose sepolture?
Le necropoli animali: la scoperta
La notizia è stata ufficializzata lo scorso sabato dal Ministero delle Antichità, e ora si attendono maggiori dettagli che verranno rilasciati in una conferenza stampa presso il Museo Egizio del Cairo il prossimo 19 novembre: durante i lavori di scavo nelle vicinanze della tomba del faraone Userkaf, a Saqqara, gli archeologi hanno rinvenuto una serie di sepolture di animali. Le loro mummie, perfettamente conservate, si aggiungono alla enorme quantità di ex voto e di suppellettili dedicati al mondo animale, la cui scoperta apre un interessantissimo spiraglio sul modo in cui dovevano essere considerati gli animali nel mondo antico.
Scarabei, leoni, mucche, falconi e, ovviamente, centinaia di gatti. A queste già rilevanti scoperte si sono aggiunte anche due mummie di cobra perfettamente conservate: ma qual è il vero significato nascosto dietro la pratica di mummificazione degli animali e perché alcune specie sembrano essere state più importanti di altre?
Scarabei, falchi e coccodrilli: il significato sacro
Senza dubbio l’animale più famoso dell’antichità egizia è stato il gatto: associati alla dea Bastet, protettrice dell’amore, della fertilità e dei giorni di festa, i felini almeno inizialmente vivevano allo stato selvatico e non erano domestici. Fu all’incirca a partire dal Medio Regno che la loro presenza iniziò a diventare abitudine nelle case e nei templi egizi, anche grazie alla loro abilità di cacciatori nei confronti di ratti e piccoli animali. Ma, soprattutto, il gatto era considerato una sorta di “ponte” fra cielo e terra, capace di mantenere l’armonia del creato: per questo in ogni tomba si trova almeno un esemplare di gatto mummificato.
Altro animale celebre è lo scarabeo: gli Egizi lo associavano al dio Ra, ed effettivamente si tratta di uno degli animali più importanti del pantheon zoomorfo dell’Antico Egitto. La sua assimilazione con il dio del sole deriva dall’abitudine, propria dello scarabeo stercoraro, di creare una pallina con i propri escrementi e di farla rotolare davanti a sé. Agli occhi degli antichi tale pratica simboleggiava la capacità di creare dal nulla, oltre ad avere una evidente similitudine con Ra che, all'alba, usciva sul suo carro per trainare la palla del sole.
Le mucche, simbolo di fertilità e della dea Hathor, insieme agli scorpioni di Serket e all’ippopotamo di Tueret, furono talmente importanti che in molti casi le loro mummie divennero fonte di enorme guadagno per i templi dei singoli dei: il pezzo più ambito era sicuramente quello il coccodrillo, incarnazione del dio Sobek e del potere assoluto del faraone, ma anche il povero falco non doveva essere da meno. Quest’ultimo era considerato l’incarnazione del dio Horus, simbolo di forza e determinazione e legato alle affascinanti leggende di Iside e Osiride.