Egitto: non si placa la protesta, oscurata Al-Jazeera
La fine del mondo comincia dall'Egitto: detenuti evasi in massa dalle carceri con le armi delle guardie, stranieri in fuga dal paese aggrediti dalla folla in piazza, guerra in strada tra manifestanti e forze dell'ordine. Saccheggi, stupri, palazzi del potere dati alle fiamme. Le strade di Il Cairo lastricate di sangue, le piramidi strette d'assedio, musei vandalizzati, gli occhi della Sfinge osservano attoniti le colonne di fumo nero che si sollevano dalla capitale. Oltre cento morti dall'inizio delle proteste. Oggi, la tv araba Al-Jazeera è stata oscurata dal nuovo governo appena insediatosi perché accusata di essere contraria al regime di Mubarak e tutti gli accrediti dei giornalisti sono stati ritirati. Lo stesso presidente si sarebbe trincerato a Sharm el Sheikh, mentre la tv di stato trasmette delle sue immagini che incontra i vertici militari. Sulla rete spopola un cortometraggio degli scontri in Egitto, mentre Mubarak non vuole lasciare il Governo.
Gli elicotteri sorvolano rasenti Il Cairo dopo le recenti fughe di estremisti islamici dalle prigioni di stato. L'esercito assedia la città ed uccide saccheggiatori e criminali. Continuano le razzie nei musei, mentre l'ambasciata americana invita tutti i cittadini statunitensi a lasciare al più presto l'Egitto. Da domani saranno previsti voli di emergenza per gli stranieri. Anche la Turchia invia due aerei per far rimpatriare i propri cittadini. I turisti di Sharm el Sheikh sono impossibilitati a lasciare la località vacanziera, gli aerei non possono alzarsi in volo a causa della mancanza di connessione con la capitale e la coordinazione con i voli internazionali.
Il premier israeliano Netanyahu garantisce rapporti di pace con l'Egitto, nel terrore del sollevare una nuova guerra Arabo-Israeliana. Ma la forte opposizione interna al paese, guidata da Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace come capo dell’Agenzia Onu per l’energia nucleare, chiede a gran voce che Mubarak lasci il proprio trono e doni nuova democrazia all'Egitto tramite un governo costituzionale che traghetti il paese verso delle elezioni libere.