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Egitto, l’esercito passa dalla parte di Mubarak: “popolo interrompa le proteste”

Sempre più ambigua la posizione dell’esercito egiziano che in un primo momento sembrava appoggiare le proteste popolari. Da ieri invece ha annunciato che garantirà le riforme promesse da Mubarak, mostrando così sostegno al regime.
A cura di Cristian Basile
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In quello che si suppone sia un duro colpo all'opposizione popolare egiziana, il Consiglio Superiore delle Forze Armate d'Egitto si è pronunciato a favore del presidente Hosni Mubarak attraverso un comunicato emesso dalla televisione statale questa mattina. Nel comunicato, l'esercito dichiara che garantirà le riforme promesse da Mubarak nel discorso di ieri sera, mostrando così il suo sostegno al regime.

Anche se cerca di calmare i manifestanti attraverso la promessa di far terminare lo stato d'emergenza, il Consiglio vuole che la protesta finisca e che la gente torni a casa alle loro vite normali, sottolineando questa richiesta indicando che nessuno dei manifestanti "onorabili" sarà processato per la rivolta popolare. I generali, infatti, hanno assicurato che appoggeranno le riforme affinchè si arrivi a delle elezioni presidenziali libere e democratiche reclamando la necessità però di "tornare ordinatamente alla normalità per preservare gli interessi e la prosperità del nostro grande paese".

Il messaggio è stato un secchio d'acqua fredda sulle speranze degli egiziani ed è arrivato proprio quando decine di migliaia di persone si riunivano in piazza Tahir, al Cairo per una nuova mobilitazione di massa contro Mubarak, dopo la delusione provocata dall'annuncio del Capo dello Stato di trasferire i suoi poteri al vicepresidente Omar Suleiman, ma rifiutando di dimettersi.

Piazza Tahir è diventata così un'enorme pentola a pressione pronta ad esplodere da un momento all'altro, come ha annunciato il leader dell'opposizione El Baradei che dal suo account di Twitter scrive "In questo modo l'Egitto esploderà". I leader dell'opposizione hanno convocato per oggi pomeriggio una grande manifestazione, che, anche se hanno promesso sarà pacifica, può trasformarsi per la crescente frustrazione popolare, in una violenta rivolta. L'Egitto intanto continua ad essere un paese paralizzato, con scioperi dei lavoratori del settore tessile, delle telecomunicazioni e metallurgici che reclamano aumenti salariali e migliori condizioni lavorative.

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