Egitto: l’esercito ha sciolto il parlamento e sospeso la Costituzione
Dopo le dimissioni di Mubarak, l'esercito prende in mano le redini dell'Egitto, sospendendo la Costituzione e sciogliendo il Parlamento. Oggi, attraverso un comunicato trasmesso dalla televisione di Stato, il Consiglio supremo militare ha informato il Paese di aver costituito una Commissione per emendare la Costituzione dopo averla sospesa. La nuova Carta costituzionale entrerà poi in vigore solo dopo aver ottenuto il consenso dal popolo mediante un referendum.
Nei prossimi mesi, sarà dunque l'esercito a governare l'Egitto, almeno fino a quando non avranno luogo le nuove elezioni legislative e presidenziali. Il maresciallo Hussein Tantawi, il presidente del Consiglio Supremo militare, ricoprirà dunque il ruolo di rappresentare il Paese all’interno e all’estero, mentre il primo ministro Ahmed Shafiq continuerà a guidare il Consiglio dei Ministri fino alla costituzione di un nuovo gabinetto.
Il governo israeliano, a cui ieri l'esercito egiziano ha promesso di rispettare gli accordi di pace, ha poi designato il generale Benny Gantz come nuovo capo di stato maggiore, al posto del tenente generale Gabi Ashkenazi, che abbandonerà l'incarico domani, dopo aver portato avanti un mandato caratterizzato da un largo consenso da parte dell'opinione pubblica, ma anche da qualche turbolenza nel rapporto con Ehud Barak, il ministro della difesa egiziano. Benny Gantz si troverà a fronteggiare la crisi dell'Egitto, e a gestire gravi problemi di rilevanza internazionale come la questione del programma nucleare in Iran e le minacce dei militanti a Gaza e in Libano. Nel frattempo la situazione all'interno del Paese rimane tesa: migliaia di manifestanti continuano la loro protesta in piazza Tahrir, chiedendo la liberazione dei loro compagni arrestati nelle score giornate.