Egitto, continuano gli scontri: 1200 i manifestanti arrestati. Torna in patria El Baradei
Mohamed El Baradei, vincitore del premio Nobel per la pace nel 2005 ed ex direttore dell'Agenzia internazionale per l' energia atomica (OIEA), ha assicurato che ritornerà oggi in Egitto in quello che si profila come il terzo giorno di protesta contro l'attuale presidente del Paese, Hosni Mubarak. L'arrivo di El Baradei, di spirito riformista, dà all'opposizione un leader di statura internazionale e accresce notelvolmente la forza della protesta, che fine a questo momento, non aveva un capo riconosciuto, anche se, ad onor del vero, il suo ruolo è stato già messo in discussione per non essere stato presente in questi giorni di lotta.
"Torno al Cairo e per le strade perchè c’è alternativa – ha detto da Vienna ElBaradei al sito Usa "The Daily Beast". Vai per strada con tutta questa gente e speri che le cose non degenerino, ma fino ad ora il regime sembra non aver recepito il messaggio. Il popolo egiziano ha rotto la barriera della paura, e una volta che questa è infranta, non c’è modo di fermare la piazza. Ogni giorno diventa più difficile lavorare con il governo di Mubarak, anche per una transizione. Lui è al potere da 30 anni, ha 83 anni, ed è tempo di cambiare. L’unica opzione è un nuovo inizio" e l'elezione di un nuovo Governo "moderno e moderato". Dichiarazione d’intenti volta anche a non scontentare gli Stati Uniti, sostenitori del regime di Mubarack, che non vogliono una destabilizzazione dell’area medio – orientale, pur essendo pronti a sostenere un nuovo governo che non vada contro gli interessi statunitensi e occidentali.
Nel frattempo, le proteste per porre fine al regime autoritario di Mubarak sono continuate questa notte, con piccoli gruppi di dimostranti assaliti puntualmente dalla polizia e si prevende che continueranno per tutta la giornata di oggi. L'epicentro dei combattimenti ieri è stato ancora una volta El Cairo, numerosi sono i feriti mentre un manifestante ed un poliziotto hanno perso la vita in un quartiere del centro portando così a 5 il numero dei morti in due giorni di scontri. La protesta, che si ispira alla rivolta della Tunisia e che non ha precedenti durante il Governo di Mubarak, sta subendo una dura repressione da parte della polizia che sta cercando di disperdere la folla usando proiettili di gomma e gas lacrimogeni contro i manifestanti che contrattaccano lanciando pietre e bottiglie molotov (ieri a Suez i manifestanti hanno incedianto un palazzo del governo).
"I musulmani ed i cristiani d'Egitto, combatteranno insieme contro la corruzione, la disoccupazione, l'oppressione e la mancanza di libertà" si legge sulla pagina Facebook di un attivista. Intanto diversi cittadini hanno dichiarato di aver visto moltissime persone catturate dalla polizia e secondo alcune fonti i manifestanti detenuti dalla polizia sarebbero già 1200.