Egitto: 683 membri dei Fratelli Musulmani condannati a morte
Il tribunale di Minya, in Egitto, ha emesso stamattina la sentenza di condanna a morte per 683 sostenitori dell'ex presidente Mohamed Morsi, tutti attivisti dei Fratelli Musulmani che avrebbero partecipato agli scontri in seguito al colpo di stato militare avvenuto lo scorso anno nel paese. In particolare, secondo i giudici avrebbero partecipato all'uccisione di poliziotti e membri dell'esercito, oltre che a numerosi altri atti di violenza. Dei 683 imputati condannati solo una cinquantina sono già in carcere.
Il giudice che ha emesso la condanna è lo stesso che, il 24 marzo scorso, ha condannato a morte altre 529 persone, sempre appartenenti al partito dei Fratelli Musulmani. Per 492 di loro stamattina la pena capitale è stata commutata in ergastolo. Sia i 529 condannati il mese scorso che i 683 di oggi avrebbero preso parte agli scontri scoppiati nella provincia meridionale di Minya dopo la dura repressione messa in atto lo scorso agosto dalle forze armate contro i Fratelli Musulmani. Secondo l'accusa, in particolare, avrebbero assaltato una caserma della polizia e ucciso alcuni agenti, ma anche danneggiato beni pubblici ed aggredito altri funzionari delle forse di sicurezza.
Lo scorso dicembre il premier Hazem el-Beblawi ha definito i Fratelli Musulmani, l'organizzazione islamista del presidente destituito Mohamed Morsi, una "organizzazione terroristica".