Eduardo riletto da Marco Sciaccaluga ne “Il Sindaco del Rione Sanità” (VIDEO)
Era senz’altro uno degli spettacoli più attesi di questa settima edizione del Napoli Teatro Festival Italia. Intanto perché fa parte del trittico denominato “cantieri teatrali”, etichetta che contraddistingue quegli spettacoli nati qui a Napoli sotto commissione del Festival (insieme al “Giardino dei ciliegi” di Luca De Fusco e “Finale di partita” di Lluìs Pasqual).
In secondo luogo perché quest’anno, com’è noto, è il trentesimo anniversario della morte di Eduardo e quindi lo spettacolo/tributo al grande drammaturgo e attore napoletano, proprio tra le mura del suo teatro (il San Ferdinando), non poteva non suscitare grande curiosità.
Si diceva “curiosità” per una ragione assai calzante: la regia dello spettacolo è stata affidata (in virtù della coproduzione col Teatro di Genova) al regista genovese Marco Sciaccaluga, ma la vera bizzarria è che nel ruolo di protagonista, vale a dire di Eduardo, c’è l’attore spezzino Eros Pagni. Interprete di lunghissimo corso e dalle indubbie qualità che ha il merito ulteriore di aver accettato un ruolo così emblematico (quello di Antonio Barracano de “Il Sindaco del Rione Sanità”) dovendo misurarsi con un dialetto molto lontano dal proprio. Il tutto nella “casa” di Eduardo…
Non teme che in una circostanza tanto simbolica – abbiamo chiesto a Sciaccaluga – il pubblico napoletano (particolarmente tradizionalista) possa avere una reazione non proprio positiva?: “Sinceramente sono tranquillissimo. E terrorizzato allo stesso tempo. Ma come per qualsiasi debutto. Vede, io credo che i napoletani facciano bene a difendere e a tenersi strette le proprie radici e le proprie tradizioni, ma dovete capire una cosa, Eduardo non è solo vostro, è di tutti gli italiani, di tutto il mondo anzi… il mondo è fatto nella sua forma di migliore creatività di meticciato, di impasto…”
Poi prosegue: “Antonio Barracano – il protagonista del dramma – è uno dei personaggi più shakespeariani di Eduardo. Egli trascende la realtà, pur se ispirato a un certo Campoluongo un mobiliere che amministrava il Rione Sanità, ma diciamo che Barracano sta alla camorra come il Marlon Brando di Coppola sta alla mafia americana. Se poi vuole una definizione più precisa, per me, è un santo-criminale”.
Per quel che riguarda la messinscena Sciaccaluga, molto saggiamente secondo noi, ha cercato di sfuggire alla trappola dell’imitazione proiettando il testo in una dimensione universale conferendogli una cifra inesorabilmente tragica (già presente nel testo ma più sfumata e impastata di elementi anche comici). Inoltre, il regista genovese ha scelto di ribaltare la vicenda facendola iniziare con il protagonista, già morto, che cita una frase del “Riccardo III”: “Benché povera, la morte fa cessare ogni male morale” proprio per sottolineare, come si diceva in precedenza, gli echi shakespeariani del personaggio di Antonio Barracano.