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Yanis Varoufakis: “L’Unione Europea non merita di sopravvivere”

Intervista esclusiva all’economista ed ex ministro delle finanze greco, ora leader del partito transeuroepeo Diem25: “Da questi leader non ci si può aspettare nessuna idea progressista. L’Italia dovrebbe mettere il veto sul Mes e su tutto il pacchetto di aiuti contro la crisi da Coronavirus. Gli Eurobond? Essenziali”.
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Un’Europa guidata da leader anti-europei che portano avanti politiche idiote di cui dovrebbero vergognarsi. Un mondo che si sveglierà dall’epidemia da Coronavirus infelice, diviso e sempre più ineguale. E una sinistra che deve unirsi in un unico movimento transnazionale radicalmente alternativo allo status quo se vuole giocarsi le sue residue possibilità di sopravvivenza. No, Yanis Varoufakis, economista, ex ministro delle finanze greco e leader del movimento transnazionale DiEM 25 non è nel periodo più ottimista della sua esistenza, e nemmeno in un momento in cui non ha voglia di mandarle a dire. Tanto più, dopo l’Eurogruppo dello scorso dello scorso 8 aprile che ha sancito un accordo tra i 19 Paesi dell’Eurozona, un accordo che per Varoufakis è una “grande sconfitta”, soprattutto per il veto tedesco-olandese agli Eurobond, che lui stesso definisce “essenziali”.

Il dibattito sulle conseguenze economiche della pandemia di Coronavirus è già iniziato: cosa pensa che sia più facile che accada? Sarà una crisi momentanea o una crisi destinata a cambiare per sempre il nostro sistema economico?

Né l’una né l’altra.

Quindi, cosa?

Le conseguenze saranno dure e non spariranno presto. Ma ciò di per sé non cambierà il modo in cui funziona il capitalismo. Anche se, in effetti, ci sono importanti aperture in ambito politico, come ad esempio quelle relative all’istituzione di un reddito di base universale.

Ci sveglieremo in un mondo più progressista?

In tempi di crisi,  solitamente, vengono lanciate idee progressiste di ogni genere. Ad esempio, nel 2009 il G20 ha persino discusso della prospettiva di rialanciare la finanza globale in un modo che riflette la splendida proposta di John Maynard Keynes di una International Clearing Union. Oggi, nel mezzo della quarantena, abbiamo sentito parlare di helicopter money come possibile fonte di finanziamento di un reddito di base universale. Ma…

Ma?

Ma, come nel 2009 così anche adesso, le idee che non vengono immediatamente messe in atto potranno svanire quando l'oligarchia senza frontiere riprenderà il pieno controllo del dibattito pubblico.

Quindi niente reddito di base universale?

Quindi no, non penso che queste idee progressiste saranno attuate dai nostri attuali sovrani. Ma c'è la speranza che vengano implementate quando questa enorme nuova svolta della crisi post 2008 genererà altri, nuovi movimenti politici che possano, potenzialmente, prendere il posto dell'attuale istituzione. Non sarà estremamente probabile, ma mi sembra l'unica strada per qualcosa di veramente progressivo.

Facciamo un salto in avanti, allora: a un anno dalla riapertura, in quale mondo ci troveremo? Sarà un mondo più o meno diseguale, un mondo più o meno libero, più o meno consapevole delle questioni ambientali, più o meno aperto?

Il mondo sarà un luogo infelice e molto più diviso.

L’Europa invece?

In Europa i paesi che sono stati colpiti meno sia da Covid-19 che dalla depressione economica emergeranno molto più forti rispetto a Paesi come l'Italia, che saranno colpiti fortissimo da entrambi. Questo farà dell’Europa una realtà molto più debole nel suo insieme, in cui gli squilibri che minano l'Unione ne usciranno sensibilmente rafforzati.

Pensa che in un contesto del genere si porrà  un problema di privacy e sorveglianza? Oggi, con l’epidemia, stiamo toccando con mano quanto potremmo essere ancora più tracciati e controllati…

Questo problema lo abbiamo già ora, e l’avevamo anche prima della pandemia. Sono preoccupazioni che cresceranno ulteriormente, temo. Quando dai ai governanti un assaggio del grande potere di conoscere e controllare ciò che i cittadini fanno è difficile porre fine alla loro dipendenza. Questo è il motivo per cui DiEM25 combatte da sempre queste invasioni nelle nostre libertà civili. Questo è il motivo per cui , dal 2016, abbiamo iniziato a pensare alla trasparenza, alla sovranità tecnologica dell'Europa e ai modi per democratizzare i dati.

Una settimana fa c’è stato l'Eurogruppo in cui sono state prese le misure per arginare la crisi post-pandemia in Europa: cosa ne pensa di queste misure?

Passeranno alla storia come una grande sconfitta per l'Europa e dimostreranno che i gestori dell'Eurozona non sono in grado di contribuire alla prosperità condivisa dell'Europa.

Come mai dice questo? Si parla di più di 500 miliardi…

Se ne parla male. Contrariamente agli Stati Uniti, al Regno Unito e al Giappone, dove il 6% del reddito totale è stato iniettato nell'economia come fondi diretti e cancellazioni del debito, la decisione dell'Eurozona ha comportato un misero 0,22% di iniezioni reali. Il resto sono prestiti irrilevanti. I nostri ministri delle finanze dovrebbero vergognarsi.

A proposito di finanze: questo può essere anche il momento di sollevare la questione del diverso onere fiscale in Europa? Ci sono paesi come l'Olanda, l'Irlanda e il Lussemburgo in cui la tassazione è praticamente zero. Il recupero post-pandemia non potrebbe essere finanziato nemmeno con un'imposta sulle società?

No, questo è il momento per gli europei sensibili devono rendersi conto che l’Unione europea non esiste. Tutto ciò che ci resta è una triste e pericolosa Disunione Europea in cui la politica viene rinazionalizzata e in cui le nostre istituzioni comuni sono autorizzate a fare solo cose a beneficio dell'oligarchia senza frontiere.

Secondo lei, gli Eurobond sono una battaglia giusta da combattere? O è una sfida impossibile?

Gli Eurobond sono essenziali. Senza di loro l'Eurozona morirà o diventerà una gabbia crudele di austerità in cui il nostro popolo languirà.

Gli Eurobond sono fattibili?

Ovviamente. Ma solo se i primi  ministri italiano, greco, spagnolo sono disposti a porre il veto su tutto nel Consiglio europeo fino a quando non viene emesso un Eurobond di almeno 1 trilione di euro e con una scadenza di 30 anni.

Pensa che l'Europa sopravviverà a questa crisi post-pandemia? In Italia i sentimenti antieuropei sono sempre più diffusi …

L'Europa sopravviverà? Certo che sì. Diventerà un regno di prosperità condivisa? Certamente no, a meno che non mettiamo il veto alle attuali politiche idiote.

E l’Unione Europea sopravviverà?

Di sicuro non merita di sopravvivere, se i nostri leader continuano a fare sempre gli stessi errori. Ma potrebbe sopravvivere a spese della maggioranza delle persone nella maggioranza dei Paesi. Ecco perché DiEM25 chiede ai progressisti di unirsi a livello transnazionale dietro un'agenda per molti ovunque.

Di recente ha pubblicato Euroleaks, file audio delle registrazioni delle riunioni dell'Eurogruppo dal 2015 in poi: cosa raccontano quelle registrazioni? Perché queste riunioni non vengono registrate?

Non vengono registrate perché i potenti europeisti non vogliono si sappia come prendono decisioni antieuropeiste. A tuo nome, e rigorosamente a porte chiuse.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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