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Un trentenne su due vive ancora con la paghetta di genitori e nonni

Secondo un’indagine Coldiretti oltre il 50 per cento degli italiani tra i 30 ed i 34 anni dipende ancora economicamente dalla famiglia.
A cura di Antonio Palma
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Più della metà dei trentenni italiani vive ancora con la paghetta dei genitori o dei nonni. È quanto emerge da un'indagine statistica della Coldiretti sulla crisi occupazionale nel nostro Paese che ha colpito in particolare i più giovani. Secondo l'analisi "Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014", realizzata da Coldiretti e Ixè sui giovani italiani tra i 30 ed i 34 anni e presentata all’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti, la situazione nel nostro Paese  è ormai drammatica. Dal rapporto risulta infatti che la stragrande maggioranza dei giovani dipende ancora in tutto dai genitori o dai parenti in generale per il proprio sostentamento senza nessuna prospettiva di miglioramento a breve termine. Nel dettaglio secondo lo studio vivono con la paghetta dei genitori il 51 per cento dei giovani, mentre un altro 3 per cento dipende dai nonni o da altri parenti che sono costretti ad aiutarli fino in età avanzata.

La famiglia ancora di salvezza – Un dato che diventa ancora peggiore se si considerano tutti gli under 34, dove la percentuale di chi dipende dai genitori o parenti sale addirittura al 79 per cento. Di conseguenza non sorprende constatare che in questa situazione ben il 75 per cento dei giovani italiani vive ancora con i genitori in casa. Gran parte di loro, però, cerca di rendersi utile magari facendo la spesa o i lavori di casa o ancora piccole riparazioni, anche se esiste un 16 per cento che non si rifà neanche il letto. "La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno" ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ricordano che per questo "la famiglia deve tornare ad essere un punto di riferimento delle politiche di sviluppo perché al suo interno ha le risorse per sopportare meglio la crisi dal punto di vista economico ed è un presidio di imprenditorialità diffusa che il Paese non può perdere".

Giovani disposti a tutto – Di fronte a questa situazione i giovani ormai sembrano disposti ad accettare qualsiasi tipo di lavoro e remunerazione, anche se ancora non è svanito del tutto il sogno del posto fisso. Pur di lavorare, infatti, il 23 per cento accetterebbe un posto da spazzino, mentre  il 27 per cento entrerebbe in un call center e il 36 farebbe il pony express. Per lo stesso motivo un giovane su tre pur di lavorare sarebbe disposto ad accettare un orario più pesante con lo stesso stipendio, oppure uno stipendio inferiore a 500 euro a parità di orario. Del resto tra chi ha già trovato un lavoro solo l'11 per cento è soddisfatto del lato economico.

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