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Tumori, la spesa per i farmaci in Italia è aumentata di quasi 2 miliardi in 7 anni

Secondo un’indagine della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), il costo sociale dei tumori è stimato in 36,4 miliardi di euro all’anno, per un totale di casi che in Italia nel 2015 si è attestato su 363mila.
A cura di Claudia Torrisi
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La periostina è la proteina indispensabile al tumore per sviluppare le metastasi, è stata individuata dai ricercatori svizzeri che hanno anche creato in laboratorio un anticorpo capace di neutralizzarla.

Negli ultimi sette anni la spesa per i farmaci oncologici in Italia è cresciuta sensibilmente: da circa un miliardo del 2007, è passata a 2,9 nel 2014. A fronte di un incremento del costo di questo tipo di medicinali, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), ha chiesto che la "classe di rimborsabilità di una nuova molecola" sia orientata "da criteri nuovi". Nell'VIII Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, Favo ha osservato che "l'efficacia non può più essere misurata soltanto in ambiente clinico", ma andrà valutato "l'impatto complessivo sulla qualità della vita, dagli aspetti familiari a quelli sociali e lavorativi". La considerazione è scaturita da un'indagine condotta dalla Federazione insieme al Censis, secondo cui il  53,8% dei pazienti pensa che la messa a disposizione di terapie innovative personalizzate sia una priorità; il 78,8% ritiene che troppi farmaci per patologie gravi siano a carico dei malati e l'83% è convinto che il ticket li penalizzi.

Il costo sociale dei tumori è stimato in 36,4 miliardi di euro all'anno, per un totale di casi che in Italia nel 2015 si è attestato su 363mila. Per Favo, quindi, diventa fondamentale la sostenibilità dei nuovi trattamenti. Su 132 farmaci antitumorali presenti ad oggi sul mercato, 63 sono stati immessi negli ultimi quindici anni. A crescere, oltre al numero, sono stati anche i costi: un farmaco antineoplastico è passato da 42,20 euro giornalieri nel periodo 1995-1999 a 203,47 euro el 2010-2014. Il costo medio di una terapia complessiva, invece, è cresciuto da 3.853 euro nel 1995-1999 a 44.900 euro nel 2010-2014. Secondo Favo i farmaci dovrebbero essere oggi considerati innovativi non più sulla base di "una valutazione sull'efficacia clinica, per di più limitata alla fase acuta della malattia", ma sulla "considerazione della qualità della vita assicurata dal farmaco e non solo della quantità".

Nel rapporto di Favo c'è un altro dato rilevante: due terzi dei malati di tumore in Italia dimagrisce vistosamente e circa il 20-30% muore per gli effetti della malnutrizione. A preoccupare la Federazione, quindi è la scarsa attenzione verso questo tipo di esigenze dei pazienti. Secondo Elisabetta Iannelli, segretario di Favo, "alla base di questa situazione sta la scarsa consapevolezza, da parte del medico e del paziente, che il mantenimento di uno stato nutrizionale ottimale, durante e dopo le cure oncologiche, rappresenta un presupposto imprescindibile per il successo della terapia e per la restituzione alla vita attiva". Questo "circolo vizioso", però, si può "non solo contrastare, ma anche prevenire, stabilendo fin dall'inizio della cura un percorso parallelo e una sinergia tra oncologo e nutrizionista". Inoltre, denuncia il presidente Favo Francesco De Lorenzo "ancora oggi solo nel 10% del territorio nazionale esiste una legge specifica per la Nutrizione Artificiale Domiciliare (NAD), mentre in circa il 25% non è disponibile alcun strumento normativo che garantisca il sollecito avvio di questo trattamento".

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