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Svizzera: domenica referendum sui salari equi e tetto agli stipendi dei manager

Lo scopo della consultazione popolare è quello di introdurre il principio dell’1:12: vale a dire che nessuno, sia nel pubblico che nel privato, può guadagnare in un mese più di quanto – in un anno – guadagnano i dipendenti meno pagati nella stessa azienda.
A cura di Davide Falcioni
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All'ultimo Global Forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni in ambito fiscale, riunito a Giakarta, la Svizzera è stata riconfermata anche per quest'anno uno dei "paradisi fiscali". Eppure, sempre in Svizzera, domenica avrà luogo un'iniziativa politica in netta controtendenza, ovvero un referendum – chiamato 1:12 – sui salari equi, promosso dal Partito Socialista, dai Verdi e da tutti i sindacati di sinistra. Lo scopo della consultazione popolare è quello di introdurre il principio dell'1:12: vale a dire che nessuno, sia nel pubblico che nel privato, può guadagnare in un mese più di quanto in un anno guadagnano i dipendenti meno pagati nella stessa azienda. Di fatto, dunque, un tetto importante alle retribuzioni dei manager, sia pubblici che privati. Spiega il comitato promotore: " L’iniziativa vuole ancorare nella Costituzione un articolo secondo il quale – nelle imprese- il salario più alto non deve essere più di 12 volte superiore al salario più basso. Pertanto, i manager non possono più arricchirsi mentre i salari ristagnano sui lavoratori. L’iniziativa 1:12 blocca l’avidità dei manager, per consentire a tutti i salari di aumentare".

"Malgrado la crisi – si legge sul sito ufficiale del referendum – i padroni si attribuiscono dei salari indecenti e bonus ammontanti a diverse decine di milioni di franchi. In media, un manager guadagna oggi 4 milioni di franchi, ovvero 56 volte un salario di un impiegato/un’impiegata normale! Come se nulla fosse successo, iniziano con le pratiche che possono penalizzare l'intera comunità (salari, imposte, posti di lavoro)". Negli ultimi anni il divario tra salari in Svizzera è cresciuto notevolmente. Nel 1984 il rapporto era di 1:16, nel '98 di 1:13, mentre oggi è di 1:56. Secondo il ranking annuale stilato dal sindacato Travail.Suisse, nel 2012 il maggior divario salariale in Svizzera è stato registrato alla Roche, dove l’amministratore delegato Severin Schwan con 15.791 milioni di franchi ha guadagnato 261 volte più del dipendente meno pagato del gruppo farmaceutico. Al secondo posto la Nestlé, il cui Ceo Paul Bulcke ha guadagnato 12.608 milioni, pari a 238 volte lo stipendio più basso. Al terzo posto c’è la multinazionale ABB dove la remunerazione di 10.158 milioni di franchi del Ceo Joe Hogan equivale a 225 volte quella del dipendente meno pagato.

L'iniziativa, dunque, è evidentemente di buon senso. Tuttavia le possibilità di vittoria sono scarse, in quanto occorre la maggioranza del 50% più dei voti, in un contesto fortemente critico. Gli ambienti economici ovviamente osteggiano il tetto ai manager, e anche altre realtà della sinistra svizzera propongono di ammorbidire il divario a 1:18 o 1:20.

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