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Superbonus 110, le ultime notizie

Superbonus, verso stop alla proroga: non ci sono soldi, ma si studia intervento per salvare i lavori

Nonostante il pressing delle forze di maggioranza, a partire dal M5S, si va verso lo stop al Superbonus 110%, ma si lavora per sbloccare la cessione dei crediti salvando i lavori in corso.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il governo non vuole prorogare la misura del Superbonus. Secondo quanto apprende l'Ansa, nel corso della riunione tra i rappresentanti dei partiti di maggioranza e l'esecutivo alla Camera, non ci sarebbe la disponibilità a mettere in campo ulteriori risorse. Da un mese risultano esauriti i fondi messi a disposizione fino al 2026, anzi: sono stati prenotati lavori per 33,7 miliardi su 33,3 stanziati. Se fosse confermata questa volontà del governo Draghi, quindi, non si potrebbero avviare nuovi lavori. Per salvare quelli in corso, però, l'esecutivo ha dato disponibilità a valutare la possibilità di allargare le maglie del meccanismo delle cessioni dei crediti, ampliandolo ad altri soggetti oltre alle banche, con la sola esclusione delle persone fisiche.

L'elevatissimo flusso delle richieste di cessioni di crediti edilizi, infatti, sta portando da mesi le principali banche italiane a mettere un freno alla compensazione. Creando in questo modo problemi ai cittadini che avviano ai lavori e alle aziende che dovrebbero usufruire del contributo statale. Intanto tutti i presidenti delle associazioni della filiera termoidraulica, dalla fabbricazione e distribuzione alla progettazione fino alla costruzione e installazione di impianti chiedono un intervento immediato. La loro richiesta è di "sbloccare le cessioni dei crediti e prorogare di sei mesi i cantieri del superbonus già attivi sulle unità familiari".

"Le continue comunicazioni di stop all'acquisto dei crediti da parte degli istituti bancari hanno finito per paralizzare il settore" viene spiegato in una nota di Aicarr, Angaisa, Assistal, Assoclima, Assotermica, Cna installazione impianti e Confartigianato, sottolineando che il contrasto agli illeciti "non può trasformarsi in un freno totale per tutto il settore". Secondo le organizzazioni le conseguenze sarebbero "drammatiche, per le imprese che non riusciranno a monetizzare i bonus acquisiti, per i livelli occupazionali del settore che diminuiranno drasticamente e per la strategia di riqualificazione del parco immobiliare che verrà fortemente compromessa".

Per le loro, inoltre, "occorre prorogare di almeno 6 mesi il termine del 30 settembre per il completamento del 30% dei lavori nei cantieri già attivi sulle unifamiliari che accedono al superbonus 110% al fine di rimediare alle difficoltà esogene di approvvigionamento dei materiali che rischiano di bloccare i cantieri".

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