Superbonus 110%, cessione del credito o sconto in fattura fino al 31 marzo: come funziona
Per i cittadini che nel 2020 hanno usufruito del Superbonus 110% per rendere più sicure ed efficienti le loro abitazioni, è stata prorogata al 31 marzo 2021 la scadenza per cedere a terzi (compresi i familiari) il credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante oppure per chiedere all'impresa di ristrutturazione uno sconto in fattura pari al valore della detrazione. È una misura introdotta dal Decreto Rilancio di maggio 2020 per consentire a chi ha diritto al Superbonus 110% o ad altri bonus ordinari di monetizzare subito l'incentivo invece di usufruire della detrazione dalle imposte per i successivi cinque anni o dieci anni. Tuttavia, per poter cedere il credito d'imposta oppure ottenere uno sconto in fattura, è necessario aver sostenuto delle spese che danno diritto a questo incentivo (lavori di adeguamento antisismico o efficientamento energetico, come ad esempio la sostituzione di impianti termici con impianti centralizzati). Nel caso in cui siano stati eseguiti degli interventi condominiali, ogni condomino può decidere autonomamente di effettuare queste due procedure. Ma andiamo a esaminare più nel dettaglio cosa comportano e come funzionano.
Superbonus 110%, cos'è la cessione del credito d'imposta e come funziona
Il credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante dal Superbonus 110% si può cedere sia a persone fisiche (compresi i familiari), sia a persone giuridiche, come banche, istituti finanziari, enti, società. Il titolare della detrazione, cedendo il credito, rinuncia alla detrazione fiscale spalmata in cinque anni e incassa subito il corrispettivo della spesa sostenuta per i lavori. Sarà l'acquirente a utilizzarlo in compensazione delle imposte dovute nei cinque anni successivi (nel caso del Superbonus 110%, per una spesa di 15mila euro otterrà un credito d'imposta di 16.500). Il titolare può anche non cedere l'intero credito ed effettuare la cessione solo per alcune rate residue. Inoltre, l'acquirente del credito non deve necessariamente avere qualcosa a che fare con i lavori di adeguamento antisismico o efficientamento energetico che hanno dato origine alla detrazione e, successivamente, potrà a sua volta effettuare un'altra cessione. Si ricorda che, per eseguire una cessione verso una persona fisica, stipulare un contratto non è obbligatorio ma consigliato. Di seguito, i passaggi che occorre seguire:
- pagare il fornitore che ha realizzato i lavori tramite bonifico bancario o postale con causale del versamento, indicando il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva del destinatario del bonifico
- acquisire l'Attestato di Prestazione Energetica (APE) pre e post lavori di ristrutturazione, in modo da certificare l'effettivo miglioramento della classe energetica dell'edificio o la diminuzione della classe di rischio sismico. Per ottenerlo è sufficiente rivolgersi a un CAF, a un professionista abilitato o a un ente competente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell'immobile
- entro 90 giorni dalla fine dei lavori, inviare telematicamente a ENEA (l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) i dati ricavati dall'APE e le informazioni anagrafiche dell'immobile, dei beneficiari della detrazioni e l'ammontare dei costi sostenuti
- il titolare del credito (obbligatoriamente tramite CAF, professionista abilitato o ente competente che ha rilasciato l'APE) deve comunicare la cessione nell'area riservata del sito dell'Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese per i lavori. Una volta eseguito l'accesso all'area riservata, le sezioni da cliccare sono le seguenti: La mia scrivania/ Servizi per / Comunicare e poi “Comunicazione opzioni per interventi edilizi e Superbonus”
- l'acquirente del credito deve accedere alla sezione personale "Cassetto fiscale" del sito dell'Agenzia delle Entrate e accettare il credito ceduto, che sarà poi utilizzabile in compensazione mediante modello F24 o cedibile a terzi tramite lo stesso portale
Invece, per eseguire la cessione del credito d'imposta nei confronti di una banca, bisogna stipulare con essa un contratto che stabilisca i termini dell'operazione. Ogni istituto di credito, infatti, propone condizioni differenti. Di norma, la banca acquisterà il credito del 110% dal cliente riconoscendogli una percentuale (che varia di solito dal 100% al 102% della cifra spesa per i lavori). Quindi, ad esempio, se i lavori per ristrutturare un'abitazione sono costati al contribuente 100mila euro, egli cederà un credito d'imposta pari a 110mila euro alla banca, che a sua volta gli liquiderà una somma intorno ai 102mila euro. La banca, su richiesta del cliente, può anche concedergli un finanziamento per pagare i lavori che poi verrà estinto con la cessione del credito d'imposta. La procedura di cessione verso un istituto di credito è molto simile a quella verso una persona fisica:
- il beneficiario del Superbonus 110% deve fornire alla banca la stessa documentazione da utilizzare per il riconoscimento dell'agevolazione fiscale (quindi l'Attestato di Prestazione Energetica, le sue informazioni anagrafiche, quelle dell'immobile e l'ammontare dei costi sostenuti)
- dopo aver stipulato un contratto con la banca, la cessione del credito deve essere effetuata (obbligatoriamente tramite CAF, professionista abilitato o ente competente che ha rilasciato l'APE) nell'area riservata del sito dell'Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese per i lavori. Una volta aver acceduto all'area riservata, bisogna cliccare sulle sezioni: La mia scrivania/ Servizi per / Comunicare e poi “Comunicazione opzioni per interventi edilizi e Superbonus”
- Come il cessore fisico, anche l'istituto di credito dovrà accettare la cessione del credito d'imposta tramite il portale dell'Agenzia delle Entrate
Superbonus 110%, come funziona lo sconto in fattura
Il contribuente che ha diritto al Superbonus 110% può anche decidere, invece di usufruire della detrazione in cinque anni, di chiedere all'impresa di ristrutturazione uno sconto in fattura pari al 100% della cifra dovuta e cedere al fornitore del servizio il credito d'imposta. Perciò, su una spesa di 15mila euro per effettuare i lavori, il titolare della detrazione non pagherà nulla e cederà un credito d'imposta di 16.500 euro al titolare della ditta di ristrutturazione. A sua volta, il fornitore del servizio potrà usufruire della detrazione in cinque anni o cedere il credito ottenuto a soggetti terzi (persone fisiche o giuridiche).