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Spread in calo a 467 punti. In apprensione i titoli di Germania e Francia

Cala il differenziale di rendimento tra i nostri buoni e quelli tedeschi. E la pressione dei mercati ora si fa sentire anche su Francia e Germania.
A cura di Alfonso Biondi
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Cala il differenziale di rendimento tra i nostri buoni e quelli tedeschi. E la pressione dei mercati ora si fa sentire anche Francia e Germania.

Inizio di giornata decisamente positivo per Piazza Affari che, dopo aver guadagnato l'1,12% in apertura, ora porta a casa un incoraggiante +2,02%. Volano i titoli bancari Unicredit e Intesa, entrambi sopra la soglia del 2%. Segno "più" anche per le principali piazze del Vecchio Continente, con Francoforte e Parigi che guadagnano l'1,4% e Londra in rialzo dello 0,5%. In lieve diminuzione anche lo spread. Il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi si attesta al momento sui 467 punti, dopo un avvio a quota 484. Il rendimento dei nostri Btp decennali, ora al 6,8%, resta però da record, così come quello dei titoli spagnoli, fermo al 6,5%.

La tensione sul debito sovrano dell'Eurozona resta comunque molto alta e, nelle ultime ore, sembra aver colpito anche Germania e Francia, cioè i Paesi che ritenuti più solidi. Il rendimento dei Bund tedeschi è schizzato in avvio di seduta al 2,22%, mai così alto dal 16 agosto. A influire sull'aumento del tasso di rendimento è stato il cattivo esito dell'asta di ieri, nella quale i sei miliardi di titoli offerti dalla Bundesbank hanno fatto registrare un invenduto pari al 35%. Situazione in chiaro peggioramento anche per quel che riguarda la Francia: i buoni del tesoro dei transalpini rendono infatti il 3,6%, tasso che mette a serio rischio il mantenimento della tripla A.

Gli investitori hanno insomma fiutato che il cosiddetto "pericolo di contagio" c'è davvero e lo stanno dimostrando prendendo di mira anche i cosiddetti Paesi forti. Molti analisti finanziari ritengono che questa pressione su Germania e Francia rappresenti una richiesta precisa dei mercati: quella  di rafforzare i poteri della Banca centrale europea e di emettere obbligazioni europee (gli Eurobond). Adesso la palla passerà a Francia e Germania, ma è chiaro che la crisi del debito sovrano in Europa non riguarda solamente pochi Paesi. Ormai ci sono dentro proprio tutti.

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