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Superbonus 110, le ultime notizie

Sono finiti i fondi del Superbonus 110% e le banche non accettano più i crediti: lavori a rischio

Superato il budget messo in campo dal governo per il superbonus 110% e stop dalle banche ai futuri crediti: senza intervento pubblico i lavori nelle case sono a rischio.
A cura di Giacomo Andreoli
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Tra domande che superano i fondi stanziati e freno delle banche all’acquisto di futuri crediti, il superbonus 110% è in crisi, mettendo a rischio i lavori nelle case. Secondo il monitoraggio di Enea, il valore delle detrazioni a carico dello Stato il 31 maggio è arrivato a 33,7 miliardi di euro, superando il budget di 33,3 miliardi messo in campo dall'esecutivo e che doveva durare fino al 2036. L'elevato flusso delle richieste di cessioni di crediti edilizi, poi, sta portando le principali banche italiane a mettere un freno alla compensazione.

Ora, dunque, per l'esecutivo la priorità è permettere di finire i lavori già iniziati, per evitare il fallimento delle imprese coinvolte (secondo il Cna sarebbero circa 33mila) e non far ritrovare i cittadini a dover pagare spese ingenti per opere lasciate a metà. Nel frattempo, però, gli esperti sconsigliano di avviare i lavori con il superbonus. In teoria ci sarebbe tempo fino alla fine di questo mese, con una proroga al 31 dicembre per gli interventi svolti sugli edifici monofamiliari (se completati al 30% entro il 30 settembre). Tuttavia le incertezze sull'iter e il problema di budget creano una situazione complessa, in cui non è conveniente addentrarsi. La richiesta delle aziende del settore edile è chiara: rifinanziare la misura e prevedere meccanismi che facciano ripartire la cessione del credito alle banche.

Ad oggi il credito che arriva alle banche è del tutto esigibile e lo sarà per ognuno dei crediti ceduti prima di uno stop formale del governo a coprire economicamente la misura. Il problema è che, nonostante il superbonus sia fortemente difeso da una larga parte della maggioranza, il premier Draghi non ha mai fatto mistero di non ritenerlo uno strumento troppo valido e anzi pieno di problemi, spingendo almeno per un un suo forte ridimensionamento.

Per quanto riguarda il blocco della cessione del credito, la situazione potrebbe migliorare leggermente se nella conversione in legge del decreto Aiuti si prorogherà la durata dei crediti stessi. In questo modo le imprese potranno avere il diritto al credito anche oltre l'anno fiscale, senza gravare tutte assieme sulle banche e di riflesso sullo Stato. Inoltre l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che si possono vendere singole annualità di credito, facilitando in parte lo scambio dei titoli. Nonostante questo le procedure rimangono ancora lunghe e farraginose. Questo potrebbero spingere molti a rinunciare ai lavori.

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